Parrocchie aperte: mons. Rosa (San Giacomo – Trieste), “luogo di accoglienza per tutti, nessuno si deve sentire escluso”

“Per me parrocchia con le porte aperte significa anzitutto comunità cristiana capace di essere luogo di accoglienza per tutti, della quale ognuno si senta parte e nessuno escluso. Mi sembra sia questo il senso delle parole del Papa, ed è questo che noi cerchiamo di essere”. A parlare è monsignor Roberto Rosa, vicario per la pastorale dell’arcidiocesi di Trieste e parroco di San Giacomo in un rione popolare della città. Mons. Rosa è uno dei due parroci chiamati da Papa Francesco a partecipare, lo scorso ottobre, all’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi. “Il Pontefice – prosegue – chiede disponibilità ad accogliere e accompagnare  sempre, soprattutto nelle difficoltà, come afferma anche nell’Amoris Laetitia a proposito delle famiglie ferite. E qui ce ne sono tante”. Circa 11 mila gli abitanti della parrocchia, tra cui molti immigrati soprattutto serbi (da quando è iniziata la la guerra dei Balcani), romeni e africani. In particolare al loro interno – ma non solo – si contano numerose famiglie disgregate e in difficoltà economiche. La chiesa rimane aperta tutto il giorno con una chiusura dalle 12.30 alle 16. In canonica vivono tre sacerdoti. “Impossibile tenere aperto senza un custode”, ma tra chiesa e canonica sono sempre presenti almeno un paio di preti. “La gente chiede di confessarsi, ma anche semplicemente di confidarsi. Non sempre ci sono risposte, ma già l’ascolto dà conforto”. Circa 130 le famiglie assistite da Caritas e San Vincenzo. Per mons. Rosa, la grande sfida “sono le famiglie in difficoltà. Più  della metà dei genitori delle 20 famiglie che partecipano alla catechesi per la Prima comunione sono separati e magari conviventi con nuovi compagni. L’impegno maggiore è accoglierli, accompagnarli, educare i loro ragazzi”. “La grazia di Dio non abbandona nessuno e sostiene soprattutto chi vive situazioni difficili. Il Papa ci chiama a testimoniare il Vangelo – conclude – e ad essere buoni samaritani”.

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