Migranti: Binetti (Ap), “Galantino-Alfano? Stesso fine, modi diversi”

(DIRE-SIR) – “Commentare le parole di Salvini sui migranti è come mettere dell’acqua in un colabrodo: non vale la pena. Galantino complice degli scafisti? Queste parole rivelano l’ignoranza assoluta di Salvini su ciò che la Chiesa ha fatto e sta facendo ancora oggi per i profughi. Salvini dovrebbe informarsi e pensare prima di parlare”. Lo dice Paola Binetti, deputata di Ap, in una intervista alla Dire. Il segretario della Cei boccia l’idea degli hotspot galleggianti: “Galantino non critica ciè che nel merito sta facendo l’Italia- osserva Binetti- tutto il mondo ci riconosce quello che stiamo facendo: solo negli ultimi giorni in Italia sono sbarcati 13mila migranti. Il flusso sta crescendo e, sommato alla difficoltà di smaltirlo e all”imperativo di rispettare la dignità delle persone, ci obbliga a trovare soluzioni non ottimali ma di sopravvivenza. Ci troviamo di fronte a scafisti della morte, a un’industria che in Libia crea un reddito altissimo”. Per Binetti l’Italia è impegnata in una “battaglia della vita” a cui può capitare di “sacrificare l’eccellenza delle condizioni” con cui vengono accolti i migranti. “In una situazione di guerra- aggiunge- fai il meglio che puoi, quando poi verranno tempi di pace speriamo di poter offrire le migliori condizioni possibili”. Le parole della Lega contro la Cei, ribadisce, sono sbagliate: quello del Carroccio è un “individualismo nazionalista che respinge chi è diverso, mentre per la cultura cattolica siamo tutti fratelli. Noi non getteremo mai a mare nessuno, su questo il ministro Alfano è stato chiarissimo. Credo che tra Alfano e Galantino non esistano diversità sul fine ma sui modi: su questo è giusto che ognuno faccia la sua parte”. Gli hotspot galleggianti, conclude, “possono essere una soluzione intermedia, non la migliore, ma se dignitosamente attrezzate su queste navi si può fare accoglienza, auspicando che si tratti di un tempo molto breve. Dipende da quanto i migranti staranno su queste barche, da come verranno trattati, se dignitosamente e da dove andranno dopo”. (www.dire.it)

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