Parrocchie aperte: Valentino Porcile (SS. Annunziata di Sturla-Genova), “i sacerdoti non possono lavorare solo tre ore al giorno”

“Credo che le parole del Papa vadano interpretate. Infatti, se, come credo, il Santo Padre voleva dire che i sacerdoti non possono lavorare solo tre ore al giorno, sono totalmente d’accordo. Se invece, ma non credo, il Papa voleva dire che dobbiamo garantire la nostra presenza in chiesa 24 ore al giorno penso che questo non sarebbe assolutamente possibile”. Così don Valentino Porcile, sacerdote genovese parroco della SS. Annunziata di Sturla. “Ogni sacerdote – prosegue – ha tante altre incombenze oltre allo stare in chiesa. L’idea di lasciare le chiese aperte, inoltre, creerebbe maggiori difficoltà di quelle che vorrebbe risolvere perché poi dovremmo perdere maggiore tempo per risolvere i problemi di vandalismo, furto e simili che si potrebbero verificare”. Don Porcile, inoltre, come tanti suoi confratelli, non ha neppure il giorno libero alla settimana “nonostante molti vescovi ci abbiano sempre detto che questo è sbagliato”. E poi su questo argomento, precisa il sacerdote genovese, “ricordo ancora molto bene le parole del cardinale Siri quando diceva ai seminaristi e ai sacerdoti che i preti non devono stare sempre e solo in chiesa, perché devono andare a cercare le persone anche al bar e nei luoghi di ritrovo”. E sono in tanti, anche a Genova, i sacerdoti che svolgono più compiti: c’è chi insegna nelle scuole o in seminario, chi è cappellano negli ospedali, in carcere o in fabbrica senza contare quanti, nelle parrocchie fuori città, hanno l’incombenza di diverse chiese ubicate in paesi diversi. “Gli orari di apertura fuori dalla chiesa – conclude don Valentino – non sono gli orari nei quali lavoriamo ma quelli nei quali, salvo imprevisti, possiamo garantire la nostra presenza in chiesa”.

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