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Parrocchie aperte: don Magro (Sacra Famiglia-Siracusa), “una risposta a tutti pure nelle difficoltà”
Parrocchie aperte: don Palmieri (Chieti scalo), “esortazione a non aver paura di delegare”
Parrocchie aperte: don Marino (Santa Famiglia-Taranto), “creare una comunità che serva se stessa”
Parrocchie aperte: don Galbiati (Barzio-Milano), “si cerca di essere il più possibile disponibili per incontrare le persone”
Parrocchie aperte: don De Checchi (Piove di Sacco-Padova), “richiesta una conversione comunitaria e valorizzare i laici”
Parrocchie aperte: don Gallina (Santa Tecla di Carlentini), “apriamo fino a notte, i fedeli hanno bisogno di noi”
Parrocchie aperte: don Mergola (Santi Apostoli Pietro e Paolo-Torino), “obiettivo non è portare persone in chiesa, ma suscitare curiosità e desiderio di incontrare Gesù”
Parrocchie aperte: don Moser (Trento-Bolzano), “il bisogno di spiritualità è enorme”
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Parrocchie aperte: don Reveruzzi (S. Maria Annunziata-Rimini), “se non ci si apre c’è il rischio di parlarci addosso. La chiusura crea tensione”
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Parrocchie aperte: don Grillo (Scala Coeli-Rossano), “un sacerdote non può essere legato al tempo”
Parrocchie aperte: don Fanfarillo (Alatri), “stimolo ad essere sempre più disponibili verso le persone”
Parrocchie aperte: don Foschi (Sant’Egidio – Cesena-Sarsina), “Farsi carico delle esigenze di chi ha bisogno”
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Parrocchie aperte: don Sbarbada (Castro dei Volsci – Frosinone), “I fedeli cercano il sacerdote per essere ascoltati”
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Da oltre un anno il capitolo dei canonici della Cattedrale di Como ha scelto di tenere le porte aperte senza vincoli di orari, dalle 7.30 della mattina alle 19.30 della sera. “Data la centralità della cattedrale nella città – spiega monsignor Flavio Feroldi, arciprete della Cattedrale – abbiamo scelto di garantire sempre la presenza di almeno un sacerdote per le confessioni e l’accoglienza delle persone in arrivo”. Una decisione che appare in linea con quanto espresso ieri da Papa Francesco che ha chiesto la capacità di “andare oltre gli orari”. “A me fa male al cuore – aveva detto il Papa – quando vedo un orario, nelle parrocchie: ‘Dalla tal ora alla tal ora’. E poi? Non c’è porta aperta, non c’è prete, non c’è diacono, non c’è laico che riceva la gente… Questo fa male”. Parole di fronte alle quali mons. Feroldi invita a un ulteriore riflessione: “Non sempre credo che la decisione di stabilire degli orari possa essere in contrasto con la volontà di apertura espressa dal Papa. Penso ai tanti parroci che sono incaricati della cura di più parrocchie. In questi casi stabilire un orario di presenza in un posto piuttosto che in un altro può facilitare l’incontro con i fedeli, che sanno dove e quando trovarti”. “Contesti – conclude il sacerdote – dove diventa fondamentale l’aiuto e la collaborazione con laici, religiosi e diaconi, chiamati, per primi, a tenere le porte aperte”.