Papa Francesco: sintesi udienza giubilare, elemosina è “misericordia”

foto SIR/Marco Calvarese

L’elemosina è una parola che deriva dal greco e significa “misericordia”. A ricordarlo ai 40 mila fedeli presenti oggi per l’udienza giubilare di questo mese è stato il Papa. “Come la misericordia ha mille strade, mille modalità, così l’elemosina si esprime in tanto modi, per alleviare il disagio di quanti sono nel bisogno”, ha proseguito Francesco spiegando che “il dovere dell’elemosina è antico quanto la Bibbia”, ed esige la capacità di rispondere alle esigenze dei destinatari di quello che nelle Scritture è “un ritornello continuo”, ha detto il Papa esprimendosi a braccio,  come ha fatto in gran parte della catechesi. “Dio vuole che il suo popolo guardi a questi nostri fratelli”: sono loro “al centro del messaggio: lodare Dio con il sacrificio e lodare Dio con l’elemosina”. “Dai generosamente, e mentre doni, il tuo cuore non si rattristi”, l’imperativo del Deuteronomio, perché “la carità richiede un atteggiamento di gioia interiore”. E allora, “offrire misericordia non può essere un peso o una noia da cui liberarsi in fretta, come da unubriaco a cui non si do l’obolo perché “forse andrà a comprare vino per ubriacarsi”. “Ma se lui si è ubriaca, è perché non ha un0altra strada!”, ha esclamato Francesco: “E tu, cosa fai di nascosto, che nessuno vede? E tu sei giudice di quel povero uomo che ti chiede una moneta per un bicchiere di vino”. Gesù “ci chiede di non fare l’elemosina per essere lodati e ammirati dagli uomini per la nostra generosità”, ha puntualizzato il Papa ricordando l’antico adagio: “fa in modo che la tua mano destra non  sappia quello che fa la sinistra”. “Non è l’apparenza che conta, ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto”. Di qui l’interrogativo rivolto ai 40 mila in piazza: “Sono capace di fermarmi e guardare in faccia, guardare negli occhi, la persona che mi sta chiedendo aiuto?”. “Non dobbiamo identificare l’elemosina con la semplice moneta offerta in fretta, senza guardare la persona e senza fermarsi a parlare per capire di cosa abbia veramente bisogno”, la raccomandazione di Francesco. Nello stesso tempo, “dobbiamo distinguere tra i poveri e le varie forme di accatteonaggio che non rendono un buon servizio ai poveri”. Misericordia è “coinvolgersi con il povero”, ha sintetizzato il Papa, concludendo l’udienza giubilare con un aneddoto a braccio, che racconta di come una mamma abbia insegnato ai suoi tre figli a condividere ciò che si ha con i poveri. Per esempio, dando metà della loro cotoletta impanata al povero che ha appena bussato alla porta.

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