Monsignor Galantino: Amoris Laetitia, “la gioia della vita familiare come una scuola per la stessa Chiesa”

“La vera novità di questo documento: proporre la gioia della vita familiare – anche quella maturata con grande fatica e in situazioni di fragilità – come una scuola per la stessa Chiesa”. Così, dalle colonne de Il Sole 24 ore di oggi, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, interviene sulla pubblicazione, ieri, dell’esortazione post-sinodale “Amoris Laetitia” di Papa Francesco che raccoglie il lavoro dei due Sinodi sulla famiglia. L’Amoris Laetitia, per il segretario generale della Cei, è la risposta di Francesco alla “domanda di gioia e di gratitudine per il dono della vita, per le cure ricevute dai propri genitori e per il desiderio di restituirle ad altri, rendendo il mondo migliore. Insomma, la famiglia che, da vittima designata e destinata per alcuni a scomparire, viene rimessa al centro e si vede restituire un nuovo protagonismo”. “È vero – riconosce monsignor Galantino – che i giovani hanno bisogno di pane e di lavoro dignitoso; ma nel loro cuore c’ è anche il sogno di costruire relazioni sane; c’è domanda di quell’amore artigianale che si genera giorno per giorno con il proprio coniuge e con i propri figli. È un sogno che tutti siamo chiamati a far diventare realtà, anche per chi è più fragile, o magari si sente più solo”. “La svolta che qualcuno farà qualche fatica a digerire – si legge nell’editoriale – sta proprio nell’affermazione nella quale il Papa ribadisce che per troppo tempo ‘abbiamo creduto che solamente insistendo su questioni dottrinali, bioetiche e morali, senza motivare l’apertura alla grazia, avessimo già sostenuto a sufficienza le famiglie’ (n. 37); mentre ‘siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle’ (n. 37)”. “Come avviene in tante famiglie, nelle nostre comunità deve esserci impegno ad accompagnare le persone, con lo stesso affetto e la stessa partecipazione con cui un papà e una mamma generano e aiutano a crescere i propri figli; non bisogna – conclude monsignor Galantino – aver paura di discernere le differenti situazioni cercando di comprendere, come fa un genitore nella complessità di oggi, quel particolare caso che ci si presenta; è necessario, quindi, integrare con una rinnovata cura anche coloro che nella comunità, per qualche motivo, si sono sentiti ai margini”.

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