Venerdì Santo: p. Cantalamessa, spesso abbiamo “paura” di “un Dio arcigno e inquisitore”

“L’Anno della misericordia è l’occasione d’oro per riportare alla luce la vera immagine del Dio biblico che non solo fa misericordia, ma è misericordia”. Lo ha detto il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, nella predica della celebrazione della Passione del Signore, presieduta questo pomeriggio nella basilica di San Pietro dal Papa. “Non si è mai ignorata, nel cristianesimo, la misericordia di Dio”, ha fatto notare il predicatore, “ma ad essa si è affidata soltanto l’incombenza di moderare gli irrinunciabili rigori della giustizia. La misericordia era l’eccezione, non la regola”. Partendo dall’invito di San Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi, “lasciatevi riconciliare con Dio”, Cantalamessa ha parlato di “riconciliazione esistenziale e personale da attuare nel presente”: un appello rivolto ai cristiani “in senso esistenziale e psicologico”, partendo dalla consapevolezza che “una delle cause, forse la principale, dell’alienazione dell’uomo moderno dalla religione e dalla fede è l’immagine distorta che esso ha di Dio”. In genere, infatti, “si collega la volontà di Dio con tutto ciò che è spiacevole, doloroso, a ciò che in un modo o nell’altro, può essere visto come mutilante la libertà e lo sviluppo individuali.  È un po’ come se Dio fosse nemico di ogni festa, gioia, piacere. Un Dio arcigno e inquisitore”. Di qui l’idea che “dove nasce Dio, muore l’uomo”.

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