Vescovi Triveneto: riunione su conseguenze pastorali processo nullità del matrimonio

La riforma del processo di nullità matrimoniale alla luce del Motu proprio “Mitis Iudex Dominus Iesu”, e in particolare le prerogative attribuite alla figura del vescovo diocesano, sono state al centro dei lavori della Conferenza episcopale Triveneto riunita oggi a Zelarino (Venezia). I vescovi del Nordest, continuando l’approfondimento avviato nelle precedenti riunioni e con l’intervento del vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale triveneto, monsignor Adolfo Zambon, hanno affrontato gli aspetti fondamentali della riforma voluta da Papa Francesco apprezzandone la sottolineatura della dimensione pastorale che spinge, si legge nel comunicato diffuso al termine dei lavori, “a rendere sempre più presenti e rafforzare le esperienze di accompagnamento delle persone e delle coppie che vivono esperienze coniugali ferite o fallite per aiutarle ad intraprendere, qualora vi siano le condizioni, la via della richiesta di nullità del matrimonio in uno degli itinerari previsti dalla vigente normativa (processo ordinario, documentale e brevior)”. Circa l’aspetto “giudiziale”, i vescovi hanno confermato l’intento di affidarsi all’attuale Tribunale ecclesiastico regionale quale proprio Tribunale interdiocesano per valorizzare l’esperienza di collaborazione tra le Chiese del Nordest ormai pluridecennale e caratterizzata dalla prossimità alle persone e alle diocesi, tramite la presenza in molte realtà di sedi istruttorie distaccate. Segno di questo impegno, la possibilità di presentare il libello con il quale si chiede la nullità non solo presso la sede centrale del Tribunale triveneto, ma anche presso il vicario giudiziale presente in ogni diocesi.

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