Commissione Ue: indagine su occupazione e sviluppi sociali in Europa. In un anno creati tre milioni di posti di lavoro

Marianne Thyssen, commissaria europea al lavoro (foto SIR/CE)

(Bruxelles) “Sono stati creati circa 3 milioni di posti di lavoro e l’occupazione è aumentata, facendo diminuire la povertà. La disoccupazione resta tuttavia elevata e registra enormi differenze tra gli Stati membri. I mercati del lavoro e le società dovranno adattarsi a nuove forme di lavoro”. Sono alcuni degli elementi che si rilevano dalla Relazione sull’occupazione e sugli sviluppi sociali (Esde) della Commissione europea, che per il 2016 si concentra sull’occupazione “come mezzo per combattere la povertà”, sulla digitalizzazione e sui cambiamenti nel mondo del lavoro, “sul ruolo del dialogo sociale, sulle disparità tra gli Stati membri e sull’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro”. Marianne Thyssen, commissaria responsabile per l’occupazione e gli affari sociali, ha dichiarato: “La presente indagine annuale mostra che l’impegno profuso negli ultimi anni sta dando i suoi frutti. Le nostre economie continuano a creare posti di lavoro e le famiglie hanno assistito a un aumento del loro reddito disponibile. Molte persone che lavorano però sono ancora povere; questo dimostra che non si tratta solamente di creare posti di lavoro: devono essere posti di lavoro di qualità”. Per Thyssen, “le società e i mercati del lavoro stanno inoltre cambiando grazie a nuove tecnologie e forme di lavoro. Questa situazione comporta nuove opportunità ma anche nuove sfide e dobbiamo fare sì che nessuno sia lasciato indietro”.
“Con 232 milioni di unità il numero degli europei occupati è stato il più elevato mai registrato”, si legge in una nota della Commissione che accompagna la Relazione. “Lo scorso anno sono stati creati tre milioni di posti di lavoro, la maggior parte dei quali a tempo indeterminato. Nel maggioranza dei casi l’occupazione a tempo pieno protegge efficacemente i cittadini contro la povertà”. La percentuale della popolazione dell’Ue a rischio di povertà o di esclusione sociale (pari al 23,7%) sarebbe “la più bassa degli ultimi cinque anni”. L’8,3% dei cittadini europei è tuttavia ancora disoccupato (dati di ottobre 2016) e l’indagine sottolinea le difficoltà incontrate nel ritornare al lavoro negli anni successivi alla crisi (periodo 2008-2013): “nell’arco di tre anni solo un disoccupato su otto è riuscito a trovare un’occupazione permanente a tempo pieno. La disoccupazione giovanile, ancora superiore al 20%, continua a destare grave preoccupazione”.

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