Diocesi: mons. Santoro (Taranto), “il Giubileo ci ha stimolato nella ricerca dell’essenziale”

La diocesi di Taranto ha chiuso ieri il Giubileo della Misericordia nel segno del servizio. È stata smontata l’impalcatura a Palazzo Santacroce, una delle due opere-segno di questo Giubileo, un palazzo nobiliare, di grande valore storico ed artistico, che si trova nella Città vecchia, accanto all’episcopio e diventerà centro di accoglienza per i poveri della città. “Sono particolarmente felice – ha detto l’arcivescovo, monsignor Filippo Santoro, in una cattedrale gremita – perché questo luogo è innanzitutto un luogo utile di accoglienza, ma è anche un luogo bello, semplice, di arte. Ma perché ai poveri non deve essere garantito anche l’incontro con la bellezza? Certo con sobrietà e dignità. Accanto ai diritti principali della salute, dell’ambiente e del lavoro, la città per ripartire deve promuovere il diritto alla bellezza. Non si può ripartire senza apprezzare il bello, non si può educare o rieducare senza la bellezza. Cominciando dalla pulizia delle strade, delle case, dei luoghi pubblici sino ad arrivare alla pulizia dall’inquinamento e dalla sciatteria”. La struttura verrà inaugurata tra fine anno ed inizio del prossimo, mentre per l’altra opera – segno, un centro per famiglie migranti fino a qualche tempo fa monastero di clausura, ci vorrà del tempo ulteriore, visto il cambiamento radicale della destinazione d’uso. “Questo Giubileo ha rappresentato un fermento, un vino nuovo e vivace – ha affermato Santoro nell’omelia –; ci porta ad una profonda revisione del nostro vivere ecclesiale, ci ha stimolato nella ricerca dell’essenziale”.

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