Diocesi: mons. Marconi (Macerata), “si possa chiudere la porta su questa esperienza di dolore e timore che è stata il terremoto”

“Pur con tutti i nostri limiti siamo una comunità più unita. Che la preghiera e l’esperienza del perdono ha fatto crescere nella capacità di accoglierci, di ascoltarci, di comprenderci, di tentare di camminare insieme. Per tutto questo diciamo grazie a Dio, per la grandezza della sua misericordia”. Lo ha affermato ieri il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, monsignor Nazzareno Marconi, concludendo dell’anno giubilare. Per le lesioni generate dal terremoto anche al Duomo di Macerata, l’eucaristia è stata celebrata nell’aula sinodale. “Il Signore è passato tra noi con la sua misericordia, ci ha donato con generosità il suo perdono, ci ha riconciliato con sé e tutto questo ha favorito e sostenuto molti passi positivi di riconciliazione tra noi”, ha osservato Marconi, per il quale “dopo l’esperienza della misericordia di Dio che tutto perdona e che dimentica ogni nostro errore passato, il gesto che abbiamo compiuto è davvero una porta chiusa sul nostro passato, sui nostri peccati, sulle nostre fragilità”. “Sento con intima convinzione che il Signore ci spinge, ognuno di noi e tutti assieme, a camminare con decisione verso il bene”, ha proseguito il vescovo, che ha invitato a superare “la tentazione della nostalgia del male assieme alla tentazione dell’infinito rimorso”. “Vorrei rinnovare al Signore la supplica che si possa anche chiudere la porta su questa esperienza di dolore e di timore che per tutti noi è stato il terremoto”, ha sottolineato Marconi, rilevando che “nel tempo potremo riconoscere che anche questa tragica esperienza di fragilità e di povertà ci ha fatto crescere nel bene e nella fede”. “Che si chiuda la porta su questa esperienza, per iniziare un tempo nuovo di serenità e di ricostruzione, non solo degli edifici, ma anche dei cuori”.

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