Diocesi: mons. Gardin (Treviso), “niente deve più cancellare in noi l’immagine del padre misericordioso”

“Ci è chiesto di essere una Chiesa che serve, accoglie, cura ferite, si fa ‘ospedale da campo’, si affianca a chiunque, senza alcun atteggiamento di discriminazione, impiega risorse prima per le persone che per le cose, prima per la carità che per le strutture”. È il monito espresso ieri dal vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, nella celebrazione eucaristica a conclusione dell’anno giubilare. Con “un sentimento di profonda gratitudine al Signore”, ha osservato il vescovo, “abbiamo coscienza che questo giubileo è stato per noi un dono”. Per questo “la gratitudine sincera va anche al nostro amato Papa Francesco per la sua luminosa intuizione”. “Abbiamo accolto proposte di riflessione e conversione interiore, abbiamo vissuto esperienze di fede e attenzione al prossimo, abbiamo aperto gli occhi sul mondo in maniera nuova”, ha proseguito Gardin, affermando che “vogliamo credere che questo anno giubilare abbia sparso semi di Vangelo nella vita di tante persone”. “Dio è il Padre dalle braccia spalancate – ha aggiunto – sempre pronto ad accoglierci. Ci segue anche quando ci allontaniamo da lui, anche quando non ne avvertiamo la presenza, o lo sentiamo addirittura come ingombrante, insignificante, deludente”. “Niente dovrebbe più cancellare in noi quell’immagine del padre misericordioso, descrittoci da Gesù nella parabola”, ha ammonito mons. Gardin, per il quale “questo giubileo ci ha aiutato a guardare all’umanità, soprattutto all’umanità ferita, abbandonata, emarginata, con gli occhi di Dio”, aiutati anche dal “Papa con la sua attenzione vivace e sofferta verso i poveri”.

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