La Porta Santa “rimane aperta perché i figli della Chiesa, attraversandola in uscita dopo aver attinto alla Parola e ai Sacramenti motivazione, forza e luce, vadano incontro agli uomini loro fratelli e al mondo con i gesti di un amore misericordioso e compassionevole”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, presiedendo nella Cattedrale di Spoleto la celebrazione per la conclusione dell’anno giubilare. Il primo pensiero dell’arcivescovo è stato per i “nostri fratelli e le nostre sorelle terremotati”. Presenti anche i rappresentanti delle parrocchie più colpite dal sisma: Norcia, Cascia e Preci. Davanti alla reliquia del santo patrono Ponziano, “alla cui intercessione ci affidiamo”, mons. Boccardo ha pregato “affinché ci ottenga da Dio protezione e difesa in questo tempo segnato dal terremoto e dalla paura”. Commentando la pagina evangelica che presentava guerre, rivoluzioni, sconvolgimenti, terremoti, l’arcivescovo ha osservato che “in realtà è un annuncio di pace: le sventure ci saranno sempre, perché fanno parte integrante della storia umana, non le ha portate Gesù; ciò che Gesù ha portato è la possibilità di vincerle mediante la fede nel suo nome”. “Il Giubileo ci ha invitato ad aprire ogni giorno quella porta perché la nostra vita non si stanchi, i nostri minuti non sembrino tutti uguali”, ha aggiunto l’arcivescovo, per il quale “di misericordia il mondo di oggi ha un vitale bisogno”. “Interpreteremo come primo frutto di questo Giubileo la partecipazione convinta e generosa al dolore e alla prova dei fratelli, come se Gesù ci dicesse: ‘Ero terremotato e mi hai aiutato’”, ha proseguito Boccardo, annunciando che “con il coordinamento della Caritas diocesana, vogliamo iniziare un cammino di prossimità e di gemellaggio con le comunità delle zone di Norcia e di Cascia, per portare a quella gente consolazione e speranza”.