Immigrazione: documento delle 10 Caritas della Lombardia. “Superare la Bossi-Fini”. Attenzione speciale per i minori

“Chiediamo di introdurre – accanto al permesso di soggiorno per ragioni politiche, velocizzando e semplificando l’iter per l’accertamento e il riconoscimento dello status oggi ancora troppo lento – anche un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie a tempo prestabilito (es. un anno) con spiccate finalità di studio-formazione e di ricerca lavoro, incentivando enti di terzo settore e privati (anche famiglie) ad offrire la garanzia transitoria dell’alloggio”. Lo si legge nel documento delle 10 Caritas diocesane della Lombardia diffuso oggi sul tema dell’Immigrazione. “Riteniamo che solo in un molto più ristretto numero di casi (impossibilità di asilo, mancata accettazione delle opportunità, fallimento del progetto migratorio…) andrebbe applicata la misura del rimpatrio. Ma poi andrebbe effettivamente eseguita raggiungendo accordi con i Paesi di provenienza e potenziando il rimpatrio assistito in condizioni di sicurezza e nel rispetto della dignità delle persone”. Con tali criteri “andrebbe decisamente riorganizzato e finanziato il sistema di accoglienza: innanzitutto trasformato da straordinario (attuale modello Cas) in permanente (sul modello Sprar), come peraltro dichiarato negli intenti del ministero degli Interni”. Ciò “pensando per lo più a piccole strutture di accoglienza (ad esempio di massimo 10 persone), quanto più diffuse e radicate nei quartieri e nei territori, con il mandato di preparare un’effettiva ed utile integrazione”. Il testo parla poi di “ingressi mirati” e di “canali umanitari” per l’immigrazione. “Quanto qui espresso porta a una complessiva rivisitazione dei meccanismi di legge che regolano l’immigrazione in Italia e, in primo luogo, il definitivo superamento dell’impianto della legge Bossi-Fini”. Infine un paragrafo del testo è dedicato ai migranti minori non accompagnati: “con grande apprensione e commozione assistiamo all’incremento dei numeri, alle difficoltà di collocazione nei centri di accoglienza deputati, alle ‘sparizioni’ di molti di loro. Anche e particolarmente sui minori chiediamo alla nostra Regione un grande sforzo di umanità e d’investimento sul futuro per quanto questi giovani possono dare al nostro Paese. La via, ancora, ci appare quella dell’accoglienza, incrementando piccole e diffuse strutture accreditate allo scopo, con spiccate finalità d’integrazione, sostenendo i Comuni disponibili”.

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