Papa Francesco: Angelus, “vivere il presente, costruendo il futuro con fiducia in Dio”

“Il nucleo centrale attorno a cui ruota il discorso di Gesù” nella penultima domenica dell’anno liturgico è “Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione, e il suo ritorno alla fine dei tempi”. Lo ha detto, ieri mattina, Papa Francesco, all’Angelus. “La nostra meta finale è l’incontro con il Signore risorto”, ha evidenziato, prima di domandare: “Quanti di voi pensano a questo? Ci sarà un giorno in cui io incontrerò faccia a faccia il Signore. È questa la nostra meta: questo incontro. Noi non attendiamo un tempo o un luogo, ma andiamo incontro a una persona: Gesù”. Pertanto, “il problema non è ‘quando’ accadranno i segni premonitori degli ultimi tempi, ma il farsi trovare pronti all’incontro. E non si tratta nemmeno di sapere ‘come’ avverranno queste cose, ma ‘come’ dobbiamo comportarci, oggi, nell’attesa di esse”. Per il Pontefice, “siamo chiamati a vivere il presente, costruendo il nostro futuro con serenità e fiducia in Dio”, dunque, “la prospettiva della fine non ci distoglie dalla vita presente, ma ci fa guardare ai nostri giorni in un’ottica di speranza”. È “quella virtù tanto difficile da vivere: la speranza, la più piccola delle virtù, ma la più forte. E la nostra speranza ha un volto: il volto del Signore risorto”. “Il trionfo di Gesù alla fine dei tempi – ha chiarito – sarà il trionfo della Croce, la dimostrazione che il sacrificio di sé stessi per amore del prossimo, ad imitazione di Cristo, è l’unica potenza vittoriosa e l’unico punto fermo in mezzo agli sconvolgimenti e alle tragedie del mondo”.

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