CASO LAMBERT: ASSOCIAZIONI FAMILIARI FRANCIA, GIUDICARE IL VALORE DI UNA VITA

Una scelta che "aggiungerà sofferenza a sofferenza". Così le Associazioni familiari cattoliche di Francia definiscono la decisione presa dal procuratore del Consiglio di Stato che chiederà ai giudici della massima istanza della giurisdizione amministrativa francese di ordinare lo stop all’alimentazione e all’idratazione artificiali a Vincent Lambert, il giovane 38enne divenuto tetraplegico dopo un incidente stradale nel 2008 e da allora in stato vegetativo cronico da sei anni. Il parere espresso oggi dal procuratore Rémi Keller e che di solito viene seguito dai 17 saggi del Consiglio di Stato – a parere dell’associazionismo familiare – "contrasta anche con la cautela espressa dagli esperti medici consultati. Fondandosi sulla irreversibilità del danno, il giudice pone un confine: quello dell’umanità, quello cioè del valore di una vita". I giudici si arrogano in questo modo il diritto di "giudicare una vita" e di "rispondere con la morte". Le associazioni chiedono: "È questa la società che vogliamo?". Secondo le Associazioni familiari, "i membri del Consiglio di Stato dovrebbero anche essere consapevoli che la loro decisione supererà il caso di Lambert". Le associazioni ricordano l’importanza di accompagnare le persone in fin di vita. Un campo di azione che necessita di sostegno "non certo di nuove leggi che introdurrebbero un ‘diritto a morire’. La morte non può essere in alcun modo una risposta alla sofferenza".” “

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