Siria: Pizzaballa (patriarca), “Paese lacerato, ferite della guerra ancora aperte”

(Foto Deush Krogmann)

“La consacrazione di padre Jallouf è stato un gesto importante per la Siria. Padre Hanna viene dai villaggi ancora sotto occupazione, è siriano. È diventato un simbolo di uno che in situazioni di estrema difficoltà è rimasto lì. Un simbolo che il dialogo è possibile e che  può dare alla Siria quella luce di cui oggi ha estremo bisogno”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, in una conferenza stampa oggi a Gerusalemme, indetta in vista della sua prossima creazione a cardinale sabato 30 settembre. Domenica 17 settembre il patriarca ha concelebrato, ad Aleppo, in Siria, la consacrazione episcopale di padre Hanna Jallouf, parroco di Knaye, nel Governatorato di Idlib, ancora controllato dai ribelli anti presidente Assad. “Ero stato in Siria, l’ultima volta sette anni fa, e ho trovato un paese prostrato, lacerato, con le ferite della guerra ancora aperte, anche fisicamente – ha detto Pizzaballa -. Le case distrutte sono rimaste tali. Nulla è stato ricostruito. Ho trovato un paese prostrato anche dalla situazione economica. Un salario medio è di 20 dollari sufficienti nemmeno per una settimana. La benzina è al mercato nero, la disoccupazione altissima. Parlando con la gente la cosa che più mi ha rattristato è che la gente non solo è più stanca ma sfiduciata. Non crede più che la situazione possa cambiare”. “Per questo – ha concluso – credo che la consacrazione di padre Jallouf sia un segno di speranza per il popolo siriano. Padre Hanna nemmeno nei momenti più duri ha lasciato il suo Paese”.

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