Macedonia del Nord: richiamo dal Consiglio d’Europa su discriminazioni, violenze su minoranze, separazione linguistica a scuola

Alcuni sviluppi positivi e motivi di preoccupazione: questo emerge dal sesto rapporto di monitoraggio sulla Macedonia del Nord pubblicato oggi dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa (2016-2023 gli anni presi in esame). Nel combattere la discriminazione e promuovere l’uguaglianza, “degni di nota” sono, per esempio, la creazione della Commissione per la prevenzione della discriminazione e la protezione contro la discriminazione (Cppd), o le iniziative del ministero dell’Istruzione per il multiculturalismo, l’integrazione interetnica e la tolleranza o ancora alcune azioni per la tutela delle persone Lgbti, o ancora la formazione dei funzionari delle forze dell’ordine, pubblici ministeri e giudici per combattere i reati d’odio. Bene anche alcune azioni della strategia nazionale per i rom. Numerose però le “aree di preoccupazione”: alla Cppd mancano risorse economiche e di personale; le azioni contro la discriminazione delle persone Lgbti non sono collocate in un piano d’azione né c’è riconoscimento giuridico delle relazioni tra persone dello stesso sesso; si sono registrate discriminazioni e violenze contro persone o associazioni bulgare; nelle scuole permane la separazione linguistica (tra macedone e albanese), mentre i rom restano vittime di emarginazione sociale, disparità educative e sanitarie e un elevato tasso di disoccupazione. L’Ecri nel rapporto formula raccomandazioni puntuali.

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