Servizio civile universale: Cnesc, “i 29 enti aderenti hanno partecipato al bando 2020 con 22.239 posti, ricevendo 50.095 domande”

È stato presentato, a Roma, il XXI rapporto Cnesc “Il Servizio civile universale e le sfide del presente: numeri ed esperienze tra continuità e innovazione”. I dati emersi sono ampiamente rappresentativi del bando 2020 cui si riferisce il rapporto: i posti degli enti Cnesc sono infatti il 39,9% sul totale del bando. “I 29 enti aderenti alla Cnesc, per un totale di 6.711 enti di accoglienza (di cui il 94,3% afferenti agli Ets) distribuiti in tutte le regioni e all’estero, hanno partecipato al bando con 22.239 posti, ricevendo 50.095 domande a dimostrazione di un interesse alto da parte dei giovani”, si legge nel rapporto.
I dati evidenziano opportunità e nodi dei progetti e programmi di questo primo bando in cui è entrata in vigore la programmazione triennale. Tra le opportunità, “la scelta della coprogrammazione per il 26,3% dei programmi, per aprirsi a nuove collaborazioni, sinergie e a un proficuo scambio di prassi e le misure aggiuntive adottate nel 58,3% di posti Cnesc per qualificare il percorso formativo dei volontari e renderlo accessibile anche a chi è in difficoltà”.
Tra i nodi, “un aumento del 67% delle risorse impiegate dagli enti sia a livello locale che centrale, segno probabilmente di una complessità crescente, accompagnata da un aumento di burocrazia e, collegato a questo, il tema della sostenibilità”.
“Il rapporto ci racconta un Servizio civile universale al passo con i tempi, capace di modificarsi per rispondere alle sfide del presente – dichiara Laura Milani, presidente della Cnesc -. Tra le sfide quella di dare una risposta strutturata alle emergenze, per fare in modo che gli operatori volontari possano intervenire tempestivamente, senza necessità di circolari apposite; e ancora investire nella prevenzione e nella trasformazione nonviolenta dei conflitti e, quindi, nel corpi civili di pace; rendere il Servizio civile realmente universale, dotandolo da un lato di risorse stabili chiedendo nell’immediato l’estensione dei fondi Pnrr anche per il 2024 e dall’altro investendo nella promozione, come già ha indicato il ministro Andrea Abodi, per realizzare non solo azioni di orientamento all’interno delle scuole, ma anche laboratori di cittadinanza che possano far crescere una cultura dell’impegno civico e della nonviolenza”. “Ne stiamo avendo una prova in questi giorni in Emilia Romagna: i giovani sentono istintivamente l’urgenza di dare il proprio contributo per portare un cambiamento, si sentono parte di una comunità, ma vanno ascoltati per riuscire a far crescere questi valori e a tradurli in impegno concreto”, conclude Milani.

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