Diocesi: Melfi-Rapolla-Venosa, nuova chiesa a Rionero in Vulture. Mons. Fanelli, “tutti devono trovare accoglienza fraterna”

Mons. Ciro Fanelli, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, ha presieduto oggi, a Rionero, il rito della dedicazione di una nuova chiesa intitolata a san Gerardo Maiella. L’evento è stato preparato da una serie di iniziative organizzate dal parroco del Ss. Sacramento, don Sandro Cerone, unitamente al Consiglio pastorale, tra le quali un convegno intitolato “Comunità cristiana lievito per città inclusive” (17 giugno) e da una “Missione gerardina” a cura dei padri Redentoristi della comunità di Mater Domini. La missione popolare è iniziata domenica scorsa, 18 giugno, con l’accoglienza dell’urna con le reliquie di san Gerardo e con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Fanelli. La missione terminerà lunedì prossimo 26 giugno.
“Con questa missione – si legge in un comunicato – le tre comunità parrocchiali di Rionero in Vulture si sono preparate anche alla imminente visita pastorale del vescovo, che avrà inizio il prossimo mese di ottobre”.
Il quartiere rionerese della parrocchia del Ss. Sacramento, che accoglie la nuova chiesa con i locali di ministero pastorale e gli spazi sportivi, è un quartiere periferico della città di Rionero, abitato prevalentemente da famiglie giovani. “L’auspicio è che la comunità del quartiere possa guardare a san Gerardo Maiella non solo come a speciale protettore, ma soprattutto come a modello di vita, che conduce a Cristo. Le ragioni della scelta di dedicare la nuova chiesa di Rionero a san Gerardo sono state molteplici, ma sono soprattutto legate sia al fatto che il giovane santo redentorista più volte ha attraversato i paesi del Vulture-Melfese e sia per la grande devozione che il popolo tutt’ora nutre nei confronti del santo”.
“Come ogni edificio di culto – ha dichiarato il vescovo Fanelli – la nuova chiesa di san Gerardo deve raccogliere una grande sfida: realizzare un mirabile connubio tra la ‘chiesa di pietre’ e la ‘chiesa viva del popolo’. La nuova chiesa è un complesso che deve rappresentare, soprattutto in questo tempo del cammino sinodale, un esempio di sinodalità favorendo collaborazione e stima tra le diverse realtà ecclesiali e quelle della società civile. Tutti, anche i cittadini che non fanno riferimento ad alcuna particolare espressione della fede, devono trovare accoglienza fraterna”.

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