Pasqua: mons. Marcianò (Omi), “Non si può credere alla Risurrezione se non ci si lascia attraversare dal dolore e dalla morte”

È tutto incentrato sull’apostolo Tommaso e sul suo voler vedere i segni dei chiodi e toccare le ferite di Gesù, il Messaggio di Pasqua dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, diffuso oggi. “Sotto la Croce – scrive l’arcivescovo castrense – Tommaso, come gli altri, era fuggito. Non aveva voluto guardare le ferite dei chiodi e il Volto del Cristo sofferente; non aveva voluto farsi toccare dal sangue di quella morte. Paura, delusione, scoraggiamento. Incapacità di reggere il dolore. Consapevolezza che quei chiodi avrebbero trafitto anche lui. Perché il dolore, se lo guardi in faccia, non può non attraversarti”. Tuttavia, sottolinea mons. Marcianò, “quel dolore rimosso”, gli era rimasto dentro come un vuoto, un’occasione persa, che lo aveva persino allontanato dagli altri, dalla comunità. Un vuoto d’amore”. Da qui il parallelismo con “le fughe dalle ferite nostre, dei fratelli vicini, dell’umanità. Scappiamo sfoderando le armi dell’indifferenza celata da impegni più urgenti, della deresponsabilizzazione nascosta dalla negazione, della falsa pietà che elimina il sofferente per eliminare la sofferenza. Il dolore e la morte fanno paura – si ribadisce nel messaggio – ma ci restano dentro, sepolti sotto la nostra incapacità di amare”. Il dolore e la morte “fanno paura. Ma non si può credere alla Risurrezione, non si può risorgere, non si può amare senza lasciarsene attraversare. E quando tocchi veramente i chiodi, quando ti lasci attraversare dal dolore, quando scruti in profondità le ferite umane, vedi inspiegabilmente una luce. È la Luce del Risorto, dell’Amore che vince la morte: non la evita, la vince”. Da qui l’invito di mons. Marcianò ad andare “incontro al Risorto, cogliendo la chiamata di Dio a vivere la sofferenza o accompagnare le ferite del dolore umano. Sperimenterai anche tu, nella Luce della Pasqua, la gioia di poter accogliere, vivere e portare a tutti l’amore stesso di Gesù Risorto. Ma non scoraggiarti se non ci riesci sempre, se non ci riesci subito. Se, come Tommaso, sei fuggito, ancora una volta, dalla tua o altrui croce, e forse dalla compagnia dei fratelli. Gesù Risorto ti da oggi una nuova possibilità. È Lui che ti chiama, è Lui che si carica le tue sofferenze e prende su di Sé quelle ferite che tu non riesci ad accogliere. La Sua morte ha vinto la nostra morte, il Suo amore ha fatto risorgere il nostro amore”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy