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Romania: demolita antica chiesa. “Mancanza di rispetto nei confronti della comunità greco-cattolica e della memoria dei romeni”

(Foto Arcieparchia di Alba Iulia e Făgăraș)

I greco-cattolici romeni la chiamavano “la chiesa sequestrata” perché intorno ad essa si alzava un’altra costruzione. Si tratta della chiesa greco-cattolica di Ungheni, nella contea di Mureș (nel centro della Romania), costruita dai greco-cattolici tra 1856-1864. Nel 1948, lo Stato comunista, dopo aver abolito la Chiesa greco-cattolica romena e messo in prigione i suoi vescovi, ha affidato le sue chiese alla Chiesa ortodossa romena. Dopo 1990, la parrocchia ortodossa di Ungheni non solo non ha mai restituito l’antica chiesa ai greco-cattolici, ma ha iniziato a costruire intorno ad essa una chiesa nuova, demolendo ora, in modo abusivo, il vecchio edificio di culto. In un comunicato dell’arcieparchia greco-cattolica di Alba Iulia e Făgăraș, i greco-cattolici si dichiarano rattristati e addolorati per il fatto, che considerano “una mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa greco-cattolica e della memoria dei romeni”. “Sembra incredibile – si dice nel comunicato –, ma nella Romania del XXI secolo, in uno spazio etnico e culturale ricco di tradizioni e simboli, come quello della Transilvania, assistiamo impotenti alla scomparsa della ‘chiesa sequestrata’ di Ungheni e, in modo implicito, alla distruzione deliberata di una parte importante della storia del popolo romeno”. “Dinanzi a questa realtà difficilmente da capire – aggiungono i rappresentanti della Chiesa greco-cattolica romena – non ci restano che le confortanti parole del Redentore: beati gli afflitti, perché saranno consolati”.

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