Spei Satelles: Saccoccia (Asi), “concepito per essere realizzato e gestito dai giovani”. Il contributo del Politecnico di Torino

“La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e di uomini sul nostro pianeta affannato”. Così Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), ha spiegato la genesi della collaborazione tra l’Asi e il Dicastero per la comunicazione della Santa Sede per la realizzazione del progetto Spei Satelles, grazie al quale un nanolibro sulla “Statio Orbis” del Papa del 27 marzo 2020 verrà lanciata nello spazio il 10 giugno prossimo tramite un piccolo satellite costruito appositamente. “È nato così Spei Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al mondo il 27 marzo 2020”, ha spiegato Saccoccia: “Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la speranza in un futuro migliore”. E proprio i giovani, guidati dai loro professori, sono stati gli artefici della costruzione del satellite, come ha raccontato Sabrina Corpino, direttrice del Laboratorio di sistemi e tecnologie per la ricerca aerospaziale del Politecnico di Torino. “Abbiamo due team di giovani, 25 ragazzi e ragazze, che stanno lavorando da mesi giorno e notte per il nanosatellite”, ha detto la scienziata, spiegando che si tratta di un satellite dalle dimensioni 10x10x30 con due computer a bordo e di sistemi di comunicazione indipendenti, dotato inoltre di un sistema di potenza elettrica con pannelli solari sulle facce esterne. “Si tratta di un satellite molto semplice, per essere il più affidabile possibile”, ha spiegato Corpino: “Abbiamo terminato la fase dei test in laboratorio per prepararci alla consegna di maggio e poi attendere il lancio del 10 giugno”. Ma la missione del Politecnico di Tornino non finisce, anzi comincia da lì: “Dopo il lancio il satellite comunicherà dei messaggi di speranza, tratti dal nanolibro, che il Papa rivolge a tutte le persone sulla terra. Chiunque con una stazione radioamatoriale potrà ricevere il segnale del satellite”.

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