Assemblea sinodale europea: conclusa a Praga la prima parte della tappa continentale. Mons. Grušas (Ccee), “non è la fine del cammino. Abbiamo ancora tanta strada da fare”

Praga, 5-9 febbraio. Assemblea sinodale continentale europea (Foto Sir)

Praga, mons. Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Ccee (Foto Sir)

(da Praga) “Non è la fine del cammino. Abbiamo ancora tanta strada da fare”. E’ stato, con queste parole, mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Ccee, a tirare le somme conclusive della prima tappa dell’Assemblea sinodale continentale che dal 5 febbraio fino ad oggi, ha riunito circa 200 delegati di 39 Conferenze episcopali rappresentanti di 45 Paesi d’Europa. “La sinodalità è stato il tema del nostro incontro e penso che abbiamo vissuto i frutti ascoltandoci gli uni e gli altri”, ha detto il presidente del Ccee. “Abbiamo sperimentato cosa significa essere una famiglia, una Chiesa, laici e consacrati, uomini e donne, sacerdoti e vescovi. E abbiamo potuto sperimentare cosa significa esserlo ad un livello europeo. E come in ogni famiglia, ci possono essere differenze. Siamo tutti diversi. Per la maggior parte del tempo, abbiamo saputo mantenere un clima di rispetto per la dignità di ciascuno, anche nella diversità delle opinioni. E ringraziamo Dio per questo. Ringraziamo lo Spirito Santo”.

Praga, 5-9 febbraio 2023. Assemblea sinodale continentale europea (Foto Sir)

Il dibattito sia nei gruppi di lavoro sia in plenaria che attorno all’approvazione del documento finale è stato intenso. Molti i temi discussi: dalla partecipazione delle donne alla vita della Chiesa, alla cooperazione del laicato, l’esercizio della autorità, l’unità nella diversità, come pure le piaghe degli abusi ed una maggiore inclusività nella Chiesa. Riassumendo quanto è emerso in questi giorni, mons. Grušas ha ricordato “l’immagine di Gesù sulla Croce, colpito, ferito, sanguinante” e la domanda: “Puoi amarmi nello stato in cui sono?”. L’immagine delle nostre Chiese con tutte le loro ferite oggi” richiama questo volto di Gesù. “Siamo chiamati ad amare la Chiesa anche quando è ferita, anche quando noi stessi ne proviamo dolore. Continueremo questo cammino in mezzo alle ferite, ma con la speranza di essere sanati, aperti ad ascoltarci gli uni con gli altri. Voglio allora ringraziare ciascuno di voi per essere venuti qui, per aver dedicato tempo, per aver condiviso e ascoltato e aver partecipato a questo cammino”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy