Giornata vittime abusi: card. Cantoni (Como), “è un diritto dei nostri figli poter crescere in ambienti sicuri e sereni”

“È un diritto dei nostri figli poter crescere in ambienti sicuri e sereni, quali sono i nostri oratori, i campi scuola, e le altre numerose attività educative, per le quali moltissimi sacerdoti e laici dedicano generosamente la loro prestazione educativa e tutto il loro tempo, non senza fatiche e privazioni”. Lo ha ribadito il vescovo di Como, card. Oscar Cantoni, nell’omelia pronunciata durante la messa che ha presieduto sabato in cattedrale in occasione della II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
“Gli abusi sono un tema che tocca la coscienza collettiva, una ferita sociale che purtroppo non ha risparmiato neanche la Chiesa”, ha osservato il porporato, evidenziando come però siano “tante le persone, sacerdoti e laici, che si impegnano quotidianamente per mostrare il volto bello di una Chiesa che sa innanzitutto umilmente riconoscere le debolezze e mancanze di alcuni suoi figli, ne chiedono perdono e soprattutto si adoperano per risanare ferite di chi ha subito violenza”. “Siamo chiamati ad essere in ogni situazione, soprattutto in quelle avvolte dalle tenebre della violenza e dell’abuso, luce del mondo e sale della terra”, ha evidenziato il card. Cantoni, ricordando che “in questi ultimi tre anni sono cresciuti in maniera decisiva nella intera Chiesa italiana, e perciò anche nella nostra diocesi, le proposte per curare e prevenire, mediante la diffusione di linee guida per coloro che operano a livello individuale o associato all’interno delle comunità ecclesiali”. Tra le diverse iniziative messe in campo, ha proseguito, “è stato creato un Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili” che, ha spiegato, “intende essere innanzitutto uno spazio per la segnalazione di presunti casi di abuso sessuale, di potere e di coscienza, nonché di comportamenti inappropriati, ma anche luogo specializzato per fornire attività formative per quanti, non solo negli ambienti ecclesiali, ma anche in quelli domestici e nelle altre realtà sociali, vivono a stretto contatto con i minori, favorendo così progressivamente la creazione di una nuova cultura della tutela”. “Siamo tutti coinvolti – ha ammonto il cardinale – per affrontare questa emergenza educativa di questo nostro tempo, in modo tale che i nostri ambienti e le proposte pastorali che proponiamo siano pienamente affidabili e le famiglie siano sicure di poter consegnare i loro figli a persone adulte che sanno custodire e promuovere la loro dignità e tutela”.

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