Ecuador: vescovi esprimono “preoccupazione” per l’insicurezza sociale e gli attacchi alla vita

(Foto: Conferenza episcopale dell’Ecuador)

“Siamo preoccupati per l’insicurezza sociale che stiamo vivendo nelle nostre città, che mette seriamente in pericolo la vita umana, la convivenza sociale e la fragile economia di molte famiglie che sono costrette a emigrare e a chiudere le loro attività”. Lo si legge nel messaggio diffuso al termine della 154ª Assemblea plenaria dell’episcopato, svoltosi la scorsa settimana nella diocesi di Ibarra.
I vescovi ecuadoriani allargano, poi, lo sguardo alle vittime della violenza nel mondo: “Non siamo estranei ai terribili conflitti bellici che si stanno verificando in varie parti del mondo, specialmente in Ucraina e nella Striscia di Gaza”. A questo proposito, i presuli hanno ricordato che “i conflitti non si risolvono con le armi o solo attraverso il dialogo formale tra le parti e la mediazione delle organizzazioni internazionali, ma con il nostro impegno di solidarietà, specialmente con i più poveri che chiedono pace, giustizia ed equità per evitare una catastrofe umanitaria”.
Di fronte a questa situazione, Papa Francesco ha insegnato che “la pace è un mestiere”, per cui l’invito della Chiesa ecuadoriana è che le scuole, le famiglie, le parrocchie, i quartieri e le città del Paese “siano luoghi dove si vive, si costruisce e si insegna la cultura della pace. Le armi non portano alla pace”. Inoltre, i vescovi ecuadoriani il rispetto della vita nei suoi diversi stadi, che è legato a pratiche come l’aborto, l’eutanasia e il suicidio assistito, che finiscono solo per “degradare la civiltà umana”, disonorando i loro fautori più che le loro vittime. Sul piano pastorale, la Conferenza episcopale evidenzia l’esperienza della missione evangelizzatrice, la continuità del processo sinodale e la preparazione del 53° Congresso eucaristico internazionale.

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