Attacco a Israele: Sirri (EducAid), “nostri operatori in sicurezza. Nessuno di quelli italiani è nella Striscia”

“Ogni azione violenta è sempre sbagliata, a maggior ragione per chi lavora nella cooperazione. Lavorare assieme richiede condizioni che favoriscano l’incontro e il dialogo”: lo dichiara Riccardo Sirri, direttore di EducAid, ong riminese da oltre 20 anni impegnata nella cooperazione internazionale in tante aree del mondo, Palestina compresa. Raggiunto dal settimanale diocesano di Rimini “il Ponte”, Sirri parla di “rabbia crescente da entrambe le parti” che con la paura “mette in difficoltà le nostre attività”. Attualmente sono tre gli operatori di EducAid presenti in Palestina, oltre a una cinquantina di operatori locali, “ora tutti in sicurezza. Nessuno degli italiani si trova nella striscia di Gaza”. “La situazione è preoccupante. In questo momento assistiamo alla tragedia che si abbatte sui civili, come al solito le vittime di queste operazioni. Anche gli operatori internazionali sono rimasti come tutti sorpresi dal gesto. Una sorpresa totale, nonostante il 2023 sia stato un anno molto violento, nel corso del quale conflittualità e insofferenza erano esplose non solo a Gaza, ma anche nel nord della Cisgiordania”. Secondo i rapporti ufficiali, infatti, prima dell’attacco di Hamas da inizio anno si sono registrate 200 vittime tra i palestinesi e una trentina tra gli israeliani. “Il clima era pesante, – prosegue il direttore di EducAid – aggravato dalla mancanza di sbocchi, dalla difficoltà per i palestinesi di intravedere un futuro positivo a causa di un governo molto rigido in fatto di dialogo e rispetto alla condizione che si vive nella Striscia di Gaza. Sicuramente i nostri colleghi palestinesi non si aspettavano un tale gesto. Ma che prima o poi qualcosa succedesse, non in questa misura e non al di fuori della Striscia di Gaza, ce lo si poteva aspettare”.

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