8×1000: Brendola (Vi), ex detenuti e soggetti in misura alternativa si prendono cura di “Villa Vescova”

(Foto: 8x1000)

Immersa tra i Colli Berici, a Brendola, “Villa Vescova” è un bene artistico e culturale che custodisce un progetto dalle molteplici finalità destinato a persone in misura alternativa al carcere o ex detenute. La loro rinascita in società, dopo l’esperienza detentiva, passa dal lavoro e quindi dalla cura che quotidianamente dedicano alla struttura di proprietà della curia vescovile di Vicenza. L’iniziativa, grazie al sostegno dei fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, è promossa dalla Caritas diocesana vicentina che opera tramite l’Associazione Diakonia Onlus, braccio operativo dell’organismo pastorale diocesano.
“Questo progetto nasce dalla volontà della Caritas vicentinadi predisporre uno spazio per accogliere persone in situazione di marginalità, in particolar modo per coloro che possono usufruire di misure alternative alla pena o ex detenuti che vogliono reinserirsi nel contesto sociale, abitativo e lavorativo. La prima tappa del progetto è stata significati-va: abbiamo accolto sei persone in misura alternativa al carcere e le abbiamo inserite a livello lavorativo. Fondamentale il supporto dei fondi dell’8xmille e della diocesi”, spiega don Enrico Pajarin, direttore della Caritas diocesana di Vicenza, a Gianni Vukaj, nella nuova puntata della serie “Firmato da te” in onda su Tv2000.
Il “prendersi cura” è la chiave dell’intero progetto. Gli ospiti curano ogni aspetto di questo luogo che è soprattutto uno spazio di inclusione sociale: si occupano di manutenzione e guardiania della villa e del parco, di produzioni agricole (in primis olio e miele). In questo modo, la struttura diventa anche un presidio di legalità, un luogo di testimonianza e di educazione per la cittadinanza e anche per le scolaresche in visita. Lo spiega Bechir Bin Mohamed Khadi, uno dei primi ospiti della struttura e ormai giunto al termine del proprio percorso di reinserimento sociale: “Vengo dalla Tunisia e ho lavorato a Villa Vescova come aiuto cuoco, ma prima ho vissuto un tempo terribile in galera, un’esperienza soffocante”.
Gli ospiti lavorano anche per rendere la villa un luogo concreto di scambio e di condivisione. “Ospitiamo i partecipanti al progetto nell’appartamento del custode – aggiunge don Pajarin – e operiamo un recupero su due livelli: da una parte aiutiamo loro a riprendersi e a rimettersi in gioco dopo l’esperienza della detenzione, dall’altra parte sono proprio loro a operare per far rinascere il territorio e rendere accogliente la struttura”.
Supportare il proprio territorio significa anche farlo conoscere per le sue qualità artistiche, culturali e alimentari, che lo rendono così speciale. Non mancano pertanto, da parte degli ospiti, l’attenzione alla salute, tramite l’educazione alimentare con la coltivazione di prodotti stagionali a km 0, insieme alla cura dei dettagli, dal momento che Villa Vescova è inserita all’interno di un circuito di promo-zione turistica dei siti vicentini di maggior pregio.

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