Meic: Settimana teologica a Camaldoli. D’Andrea, “solo se abbiamo una relazione pacificata con noi stessi potremo costruire rapporti positivi con gli altri, il creato e Dio”

(Foto: Meic)

“Non possiamo essere attenti agli altri e alla comunità se non siamo prima capaci di curare noi stessi in tutte le dimensioni della nostra vita, corporea, intellettuale, spirituale, educativa, relazionale”. Per il presidente del Meic, Luigi D’Andrea, è questo il messaggio finale della Settimana teologica del movimento degli intellettuali cattolici, dedicata al tema della “cura di sé nel corpo e nello spirito”. “Solo se riusciamo ad avere una relazione pacificata con noi stessi potremo costruire rapporti positivi con gli altri, con il creato e con Dio”, ha detto D’Andrea, “perché soltanto amando noi stessi possiamo amare gli altri così come soltanto amando gli altri possiamo amare noi”. Questa dinamica, ha continuato il presidente, coinvolge profondamente anche la dimensione culturale, propria del Meic: “La relazione di cura implica necessariamente il sapere guardare alla realtà, e questo è il senso della cultura: darsi gli strumenti per conoscere la realtà e sforzarci di esprimere le potenzialità che abbiamo in noi per farle diventare risorsa per tutta la comunità”. Una cultura, ha concluso D’Andrea, che “richiede di darsi delle competenze, di studiare, ma anche e soprattutto di entrare in una relazione empatica con l’altro, sul modello evangelico del Samaritano, che pur vivendo ai margini della società sa riconoscere la difficoltà dell’altro per farsene carico e affidarla anche alla cura della comunità”.
I lavori della Settimana teologica sono terminati questa mattina al Monastero di Camaldoli con una tavola rotonda sulla cura dell’altro nel campo educativo, sanitario ed economico che ha visto le testimonianze della dirigente scolastica Daniela Bellabarba, del medico Gerardo Iuliano e dell’imprenditore Giuseppe Iotti.

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