Ucraina: Rizzi (Soleterre), “garantire possibilità di comunicazione con la propria famiglia diviene operazione umanitaria di tutela del diritto alla salute”

“I dati in letteratura mostrano che gli adulti tendono a sottovalutare le reazioni di stress post-traumatico dei loro figli e la loro risposta iniziale agli effetti del trauma sui loro figli può essere la negazione. Un bambino traumatizzato ha un rischio di depressione di 4,5 volte più alto e un rischio di tentativi di suicidio di 12,2 volte maggiore. Per questo è fondamentale valutare le condizioni di salute mentale della popolazione nel tempo e mantenere i rapporti tra i familiari che sono stati costretti a separarsi a causa della guerra: i nostri psicologi organizzano videochiamate e momenti di svago per ridurre l’incertezza e la preoccupazione”. Lo afferma Damiano Rizzi, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva e presidente di Fondazione Soleterre, che è impegnato con team di psicologi in Ucraina e in Polonia a sostegno dei profughi. “Quello che proviamo a fare è tenere vivi i legami familiari e sociali, come importante fattore protettivo da cui ripartire. Garantire possibilità di comunicazione con la propria famiglia diviene, in questo senso, una vera e propria operazione umanitaria di tutela del diritto alla salute, tanto quanto lo è inviare farmaci o mettere in salvo persone ferite: potersi mettere in contatto con un familiare, condividere esperienze e stati d’animo ha immediati effetti positivi sul benessere mentale. In base alla gravità dei sintomi, Soleterre ha sviluppato un modello di intervento che, nei casi più gravi, prevede il supporto psichiatrico e psico-farmacologico”, prosegue Rizzi.
La presa in carico dal punto di vista psicologico, oltre all’Ucraina e alla Polonia, riguarda anche l’Italia: Fondazione Soleterre ha attivato, nel nostro Paese, una linea telefonica di ascolto e supporto che mette a disposizione 30 tra psicologi ucraini e mediatori linguistici per le famiglie con bambini malati di cancro o feriti di guerra arrivati nel nostro Paese per curarsi. Soleterre, infatti, si è occupata di circa 20 voli di evacuazione medica dall’inizio della guerra, che hanno portato in salvo circa 100 bambini e adolescenti dai bunker degli ospedali ucraini e che oggi sono stati presi in carico da 19 strutture sanitarie pediatriche italiane.

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