Brasile: Cpt, si registra una diminuzione dei conflitti per la terra, ma anche una concentrazione in territorio amazzonico. Coinvolte quasi 900mila persone

(Foto: Cnbb)

Nel 2021 sono stati registrati in Brasile 1.768 conflitti per la terra, il 13,92% in meno rispetto al 2020, quando erano stati 2.054. Un assestamento, su numeri in ogni caso molto elevati, dopo la crescita degli anni precedenti. Lo afferma il rapporto “Conflitti nelle campagne – Brasile 2021” della Commissione per la pastorale della terra (Cpt), organizzazione vincolata alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb).
L’annuale quaderno è dedicato alle situazioni legate ai diritti alla terra, all’acqua e al lavoro: documenta che i conflitti per la terra colpiscono direttamente o indirettamente 897.335 persone. Alla presentazione, ieri, nella sede della Cnbb a Brasilia, hanno partecipato il segretario generale della Cnbb, dom Joel Portella Amado, il presidente della Cpt, dom José Ionilton Lisboa de Oliveira, e rappresentanti della Commissione per la pastorale della terra, delle popolazioni indigene, delle popolazioni rurali. Il presidente della Cnbb, dom Walmor Azevedo de Oliveira, ha inviato un messaggio ai partecipanti, ricordando queste parole di Papa Francesco: “Nessuna famiglia senza tetto, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti”.
Secondo dom Portella, l’accesso alla terra e le informazioni reali, al contrario delle notizie false, sono condizioni essenziali in una vera democrazia, sempre più minacciata in Brasile. Il vescovo ausiliare di Rio de Janeiro ha collegato il lavoro della Commissione per la pastorale della terra al processo di avvicinamento alla VI Settimana sociale in Brasile, che ha come tema “Per la terra, la casa e il lavoro”.
Il fulcro dei conflitti per la terra e per l’acqua in Brasile è oggi nell’Amazzonia legale, dove sono stati registrati 641 conflitti per la terra nel 2021 (il 49,49% del totale), 124 per l’acqua e 54 casi di lavoro in schiavitù. I popoli indigeni sono particolarmente colpiti. A questo proposito, Jaque Kuña Aranduhá, leader indigeno del popolo Guaraní Kaiowá del Mato Grosso do Sul, ha evidenziato l’importanza del rapporto, che considera uno strumento importante per la lotta dei popoli indigeni in Brasile.
Una delle popolazioni indigene più colpite nel 2021 è stata la popolazione Yanomami, il cui territorio è stato duramente attaccato dall’attività mineraria illegale. Secondo il rapporto, nel 2021, sono stati registrati 109 decessi nel territorio indigeno Yanomami a seguito di conflitti con minatori illegali, con un aumento del 1.110%. In totale, nello Stato di Roraima sono stati registrati ben 101 decessi.

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