Povertà: Coldiretti, “sbloccare 200 milioni per aiuti alimentari”

“La povertà assoluta in Italia è purtroppo destinata ad aumentare nel 2022 per effetto della guerra e dei rincari energetici che spingono l’inflazione e i prezzi dei prodotti nel carrello della spesa con aumento di quanti non riescono più a garantirsi un pasto adeguato”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, in riferimento ai dati Istat sulla povertà nel 2021, resi noti oggi. Coldiretti chiede al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli di “sbloccare al più’ presto i 200 milioni di euro dei fondi del Ministero per acquistare alimenti di base di qualità Made in Italy da consegnare agli indigenti”. La lista dei prodotti da acquistare per distribuire ai più indigenti – sottolinea la Coldiretti – va dagli omogeneizzati per l’infanzia al latte, dai salumi ai formaggi a denominazione di origine, dall’extravergine Made in Italy alla carne, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai succhi di frutta. “La guerra sta mettendo in pericolo la sicurezza alimentare al livello nazionale e mondiale provocando inflazione e povertà ma anche gravi carestie e rischio di rivolte nei Paesi meno sviluppati e per questo produrre cibo e non dipendere dall’estero è un tema strategico di sicurezza nazionale”, sottolinea Prandini. “La pandemia prima e la guerra poi – prosegue – hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza”. Prandini chiede perciò “interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo”. L’Italia – conclude la Coldiretti – è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.

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