Corridoi umanitari: Garrone (Fcei), “dimostrazione dell’importanza e dell’efficacia di un rapporto tra società civile e istituzioni”

“Siamo di fronte a un fatto rilevante anche sul piano internazionale: con questo corridoio umanitario dalla Libia, l’Italia conferma una strategia pilota che ha dato frutti importanti. Grazie ai corridoi umanitari, infatti, migliaia di rifugiati hanno trovato protezione in Italia seguendo una via legale e sicura, e sono stati accompagnati in un percorso di integrazione che ha dato frutti evidenti e riconosciuti”. Lo afferma Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), in riferimento all’arrivo di profughi dalla Libia grazie ad un’operazione di evacuazione umanitaria. “L’apertura di un corridoio dalla Libia dimostra l’importanza e l’efficacia di un rapporto tra società civile e istituzioni – a iniziare dai ministeri dell’Interno e degli Affari esteri – che speriamo possa essere ulteriormente incrementato”.
Secondo, il rappresentante della Fcei, “le azioni come quelle dei corridoi umanitari non vanno ridotte a gesti caritatevoli di anime pie ma hanno a che fare con i principi della nostra Repubblica democratica costituzionale e con una visione dell’Unione europea fondata sulla tutela e la promozione dei diritti umani”. “Come chiese evangeliche ci sentiamo impegnati a sviluppare questa strategia e più volte ci siamo rivolti alle nostre chiese sorelle in Europa, come quella tedesca, perché sostenessero lo sforzo italiano e adottassero provvedimenti analoghi. E sappiamo che su questo piano europeo molto resta ancora da fare”.
Il pensiero anche a “tutti coloro che si prodigano in questi salvataggi”, forze istituzionali e organizzazioni della società civile, qui anche con il sostegno della più grande chiesa protestante in Europa, cui “va la nostra riconoscenza”. “La tragedia delle morti nel Mediterraneo impone scelte coraggiose e generose, coerenti con i nostri principi costituzionali e, per noi protestanti, con il dovere evangelico del soccorso a chi soffre ed è in pericolo. Siamo di fronte a una sfida complessa che ci impone di adottare strumenti diversi e complementari. Il nostro Paese ha risorse materiali ed energie morali capaci di affrontare anche questa sfida”.

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