Diocesi: Carpi, domani inaugurazione della mostra su “Giuseppe Andreoli. Un sacerdote protagonista del Risorgimento” nel bicentenario della morte

Verrà inaugurata nella mattinata di domani, sabato 8 ottobre, la mostra “Giuseppe Andreoli. Un sacerdote protagonista del Risorgimento” allestita al Museo diocesano di arte sacra “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia” a Carpi in occasione del secondo centenario della morte del sacerdote nativo di San Possidonio, fatto giustiziare a Rubiera il 12 ottobre 1822.
Alla cerimonia di inaugurazione, in programma alle 11, interverranno, dopo il saluto delle autorità, due storici: Cristian Ruozzi, che traccerà un profilo di don Andreoli e della sua attività, e Fabio Montella, che parlerà del monumento al sacerdote eretto a San Possidonio nel centenario della morte (1922). A seguire, i curatori della mostra, il direttore del Museo, Andrea Beltrami, e l’archivista Mauro Giubertoni, illustreranno il contenuto delle singole teche e il materiale raccolto.
“La ricerca e l’indagine archivistica – spiega Beltrami – hanno consentito di recuperare interessanti documenti, dall’originale atto di battesimo di Andreoli, conservato nei registri parrocchiali di San Possidonio, ad alcune lettere scritte da giovane seminarista, alla sentenza completa e alla relativa condanna a morte. Per una continuità storica si è scelto di esporre anche gli opuscoli editi nelle varie ricorrenze, testimonianza di come il sacerdote sia sempre ricordato, almeno negli anniversari”.
Nato a San Possidonio il 6 gennaio 1789, dopo gli studi tecnici che lo portarono alla qualifica di agrimensore, Giuseppe Andreoli entrò in seminario a Reggio Emilia e nel 1817 venne ordinato sacerdote. Iniziò poi l’attività di precettore privato presso la famiglia Soliani-Raschini di Reggio per passare al convitto di Correggio come insegnante di grammatica e retorica. Fu arrestato nel febbraio 1822 per sospetto di adesione alla Carboneria e incarcerato prima a Reggio, poi a Modena. Andreoli si dichiarò sempre innocente ma a nulla valsero le sue parole. Condannato a morte dal tribunale straordinario nel forte di Rubiera, venne prima “sconsacrato” dal vescovo di Carpi (mandato dal presule di Reggio) e poi decapitato a mezzogiorno del 12 ottobre 1822. Sepolto nell’antica chiesa parrocchiale di Rubiera, ridotta a cimitero, nel 1877 fu riesumato e alcune ossa, poste in un contenitore metallico, furono consegnate al sindaco di San Possidonio. Don Andreoli riposa nel locale cimitero, presso il sacrario dei caduti per la libertà, dentro un’urna di marmo rinnovata nel 1922, in occasione del centenario della sua morte.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà visitabile fino all’8 dicembre il giovedì dalle 10 alle 12 e la domenica dalle 15.30 alle 18.30.

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