Pasqua: mons. Ricchiuti (Altamura), “non cedere a rassegnazione e pessimismo, lasciare che si sprigionino le nostre energie migliori, si sprigioni la vita”

“È da qui, sorelle e ‘fratelli tutti’, che dobbiamo ripartire: da una fiducia profonda nelle nostre capacità di non cedere alla rassegnazione e al pessimismo, ma di lasciare che dal nostro vissuto quotidiano si sprigionino le energie migliori, si sprigioni la vita. Questa deve essere la nostra “primavera”, la primavera dello Spirito!”. Lo ha scritto mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, nel messaggio alla diocesi per la Pasqua.
“Gli eventi che stiamo vivendo, in modo particolare – da un anno a questa parte – a causa della pandemia da Covid-19, sembrano ancora oggi mettere in crisi le sicurezze di sempre, legate a ritmi e tempi di vita, relazioni e progetti che, forse, ritenevamo immutabili, ma che, al contrario, hanno evidenziato come davvero questa nostra straordinaria avventura della vita può riservare sempre sorprese, e non tutte piacevoli!”, osserva l’arcivescovo: “Con l’aggravante, aggiungo, di averci fatto dimenticare che ‘i mali’ di questo mondo (le ingiustizie sociali, le guerre, la produzione e il commercio delle armi, le violenze e l’abuso sull’ambiente) non si sono fermati, ma hanno continuato a mietere ‘vittime’”. Ma “siamo tutti testimoni – e credo che siate concordi con me – come questo tempo stia lasciando molto spazio alla solidarietà, alla partecipazione alle sofferenze e al lutto di tante persone, all’ammirazione per i numerosissimi “cirenei”, che quotidianamente – in tanti luoghi e in tanti modi, con grande generosità e dedizione di sé stessi – si prendono cura dei fratelli, soprattutto degli anziani, degli ammalati e dei contagiati, con parole e gesti spesso avvolti nel silenzio, ma carichi di umanità intensa e di amore per gli altri”. Secondo mons. Ricchiuti, “la risposta più bella che possiamo dare alle nostre tante domande – di oggi e di sempre – sarà quella di ritrovare il coraggio di metterci in piedi e di riprendere il cammino; non da soli, ma da ‘fratelli tutti’, credenti e non credenti, compagni di viaggio, che sanno riscoprire un’autentica relazione umana, dialogando, raccontando, dandosi la mano e aiutandosi gli uni gli alti”. “Sia una Pasqua di fiducia e di pace!”, l’augurio dell’arcivescovo: “Possiate ritrovare il gusto di camminare e dialogare insieme, a tutti livelli – sociale, amministrativo, lavorativo, religioso, associativo e solidale – per pensare e realizzare progetti di un futuro più sereno e più fiducioso”.

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