Giornata del malato: Carpi, ieri due messe per esprimere “riconoscenza e partecipazione” al mondo sanitario

“Riconoscenza e partecipazione”. Con questi propositi indicati dal vescovo Erio Castellucci come stile della comunità cristiana verso il mondo della sanità, si sono svolti a Carpi, domenica 14 febbraio, due momenti celebrativi della Giornata mondiale del malato. In mattinata nella chiesa della Sagra l’appuntamento divenuto ormai abituale con la messa in diretta su TvQui che per l’occasione ha visto la presenza, pur nei limiti della capienza, di medici e operatori sanitari dell’ospedale Ramazzini e operanti sul territorio. A presiedere la celebrazione don Alberto Debbi, vicario parrocchiale a Correggio e medico che ormai da un anno è tornato in corsia nell’ospedale di Sassuolo per sostenere i colleghi in questa fase di emergenza sanitaria. “Quanti miracoli spirituali avvengono accanto al letto di un malato, basta metterci il cuore per riconoscerli”, è stata la sua riflessione commentando il messaggio del Papa sulla necessità di una relazione di cura basata sulla fiducia reciproca tra paziente, operatore sanitario e famiglia. Nel pomeriggio in cattedrale il vicario generale, mons. Gildo Manicardi, ha presieduto la celebrazione eucaristica promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, diretto da don Gianni Zini, con la partecipazione delle associazioni di volontariato di ambito sanitario, Unitalsi, Avo, Croce Rossa presenti con una numerosa rappresentanza. Momento centrale della liturgia il rito dell’unzione degli infermi che i celebranti hanno conferito ad ammalati, anziani e volontari.

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