Papa Francesco: al clero, “nella Chiesa si discute, ma non per farsi la guerra”

(Foto Vatican Media/SIR)

Nella Chiesa, “si discute non per farsi la guerra, per imporsi”: “si discute, ma si rimane fratelli”. Lo ha spiegato il Papa, nel suo primo discorso a Cipro, dalla cattedrale maronita di Nicosia, per l’incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali. “Prendere con sé, prendere su di sé è farsi carico della storia dell’altro, darsi del tempo per conoscerlo senza etichettarlo, caricarlo sulle spalle quando è stanco o ferito, come fa il buon samaritano. Questa si chiama fraternità”, ha spiegato Francesco: “Barnaba e Paolo, come fratelli, viaggiano insieme per annunciare il Vangelo, anche in mezzo alle persecuzioni. La Parola di Dio correva e cresceva non solo per le loro qualità umane, ma soprattutto perché erano fratelli nel nome di Dio e questa loro fraternità faceva risplendere il comandamento dell’amore. Fratelli diversi, come tutte le dita di una mano, ma tutti con la stessa dignità”. “Poi, come succede nella vita, accade un fatto inaspettato”, ha proseguito il Papa: “gli Atti raccontano che i due hanno un forte dissidio e le loro strade si separano. Anche tra i fratelli si discute, a volte si litiga. Paolo e Barnaba, però, non si separano per motivi personali, ma perché stanno discutendo sul loro ministero, su come portare avanti la missione, e hanno visioni diverse. Discutono, ma da alcune successive lettere di Paolo si intuisce che tra i due non rimase rancore”. “Questa è la fraternità nella Chiesa”, ha ripetuto Francesco: “si può discutere sulle visioni – conviene farlo, e fa bene – su sensibilità e idee diverse, perché è brutto non discutere mai. Quando c’è questa pace non è di Dio, in una famiglia si discute. Quando non discutono mai, io sospetto che è perché hanno agende nascoste. E in certi casi dirsi le cose in faccia con franchezza – e non da dietro, con un chiacchiericcio – aiuta, è occasione di crescita e cambiamento. Ma ricordiamo sempre: si discute non per farsi la guerra, non per imporsi, ma per esprimere e vivere la vitalità dello Spirito, che è amore e comunione. Si discute, ma si rimane fratelli”. “Io ricordo che da bambino – ha aggiunto il Santo Padre a braccio – eravamo in cinque, discutevamo tra noi, fortemente a volte, tutti i giorni. E poi a tavola eravamo tutti insieme. Nella famiglia della Chiesa i figli discutono”.

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