Brasile: organizzazioni ecclesiali, “scenario vergognoso di indifferenza e sofferenza. 19 milioni di persone in povertà assoluta, 100 in insicurezza alimentare”

In occasione della V Giornata mondiale dei poveri varie realtà ecclesiali del Brasile, a partire dalla Commissione per l’azione di trasformazione sociale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), hanno diffuso un manifesto nel quale denunciano l’aumento della povertà nel Paese. Al manifesto aderiscono, tra gli altri, il settore della Mobilità umana della Cnbb, la Settimana sociale del Brasile, la Caritas brasiliana, la Pastorale carceraria, la Pastorale del popolo di strada, la Conferenza dei religiosi del Brasile, il Consiglio nazionale dei laici, la Pastorale della comunicazione, il Consiglio pastorale dei pescatori e Signis Brasile. “Denunciamo – si legge nel manifesto – lo scenario vergognoso di indifferenza e sofferenza dei poveri che si è delineato in Brasile. Abbiamo assistito all’aumento esponenziale delle persone in situazione di impoverimento e all’aggravarsi di quella che gli esperti chiamano estrema povertà”.
A ciò si aggiungono “l’ondata di violenza nelle campagne e gli impatti del pregiudizio e del razzismo”. Pertanto, scrivono gli organismi ecclesiali, “esprimiamo il nostro ripudio della condizione degradante a cui è sottoposta questa parte della società, con la sottrazione di diritti fondamentali quali la casa, la salute e il cibo. Questa condizione si aggiunge all’umiliante cifra di 15 milioni di disoccupati e di tanti altri gettati nell’informalità, scoraggiati, in condizioni precarie e di sotto-occupazione. Per quanto riguarda l’alloggio, la popolazione povera non è in grado di pagare l’affitto ed è spesso soggetta a provvedimenti di sfratto. C’è una legione di senzatetto, in balia del narcotraffico e della violenza, che sono l’unico mezzo di sopravvivenza; ci sono migliaia di migranti e rifugiati in una situazione di estrema vulnerabilità aggravata dalla pandemia; le carceri sono stipate di giovani, la maggior parte poveri, neri, periferici e molti indigeni rinchiusi da un sistema che non fa distinzione tra uomini e donne e non garantisce loro condizioni minime di sopravvivenza e possibilità di socializzazione reintegrazione”.
Il manifesto ricorda anche i 619mila morti a causa della pandemia e la “negligenza dei governanti brasiliani che hanno lasciato prevalere l’ideologia perversa di una negazione che uccide e lascia morire”. E aggiungono: “Esprimiamo la nostra indignazione, comprendendo che questa situazione non è il risultato del caso, ma di scelte di governo basate sul modello economico neoliberista, una conseguenza perversa del capitalismo, che ha spinto più di 19 milioni di persone sulla linea della miseria assoluta, oltre ad altri 100 milioni di brasiliani che versano in uno stato di insicurezza alimentare”.

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