Gioco d’azzardo: Gualzetti (Consulta antiusura), “stop al ritorno della pubblicità e sponsorizzazioni delle società di scommesse alle squadre di calcio”

“Non si può tornare indietro. Non siamo ancora fuori dal tunnel della pandemia che è tornato sui tavoli della politica e del Governo il tema della pubblicità e delle sponsorizzazioni da parte delle società di scommesse alle squadre di calcio. Si starebbe lavorando per inserire nella Legge di bilancio una sospensione fino al 30 giugno 2023 del divieto di pubblicità diretta e indiretta, comprese le sponsorizzazioni, introdotto con l’articolo 9 del ‘decreto dignità’ del 12 luglio 2018. Una nuova legge dunque che va nella direzione opposta alla precedente”. a denunciare la situazione è oggi Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale antiusura, per il quale “diventano pertanto due le priorità in questa fase di ripartenza per il nostro Paese: fermare l’espansione dell’offerta dell’azzardo, senza alcuna distinzione, sia legale o sia illegale; dotare il Paese di una normativa chiara, trasparente, organica e omogenea fra le regioni”.
“Il Libro Blu” dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che pubblica l’analisi della portata del gioco d’azzardo, ricorda Gualzetti, “evidenzia come nel 2020 ci sia stata una flessione del consumo sul gioco d’azzardo del 20%, attestandosi sul valore di 88,38 miliardi rispetto ai 110 miliardi di euro del 2019. La riduzione è minima se si considera che le sale da gioco sono state chiuse tutte per oltre cinque mesi. Una crescita che non ha pari in Italia. Il dato allarmante è che di questi 88 miliardi più di 49 miliardi sono stati giocati sull’on line, per cui non c’è lockdown che tenga contro l’azzardo in Italia”. Tutto questo, sottolinea il presidente della Consulta antiusura, “è dovuto sia alla promozione del gioco, sia a un incremento delle sale da gioco, delle sale scommesse e delle numerose slot machine che negli anni si sono diffuse su tutto il territorio nazionale. Sempre secondo l’Agenzia delle dogane e monopoli, siamo passati da un giocato di 34,7 miliardi del 2006, che nel 2010 ha superato i 61 miliardi, fino a toccare i 110 miliardi. Sono dati che riguardano ovviamente il gioco legale sul quale lo Stato guadagna dalle singole giocate dei cittadini”. Ma “se da una parte si stima un’entrata erariale di poco superiore ai 10 miliardi, dall’altra ci sono costi che neanche lo Stato stesso conosce. Si stima che il costo sanitario che lo Stato sopporta per ogni giocatore ammonti a più di 100 euro al mese. Le spese però sono molto più elevate – sostiene Gualzetti – perché i costi sociali per la dipendenza dal gioco d’azzardo, come per le altre dipendenze naturalmente, coinvolgono un numero di persone superiore al giocatore stesso”.

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