Giorno della Memoria: Mattarella, “sta a noi impedire che quel che di così turpe è avvenuto si ripeta”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“La memoria – che oggi celebriamo qui e in tante altre parti del mondo – non è gettare lo sguardo su una fotografia che sbiadisce con il trascorrere del tempo. Ma un sentimento civile, energico e impegnativo. Una passione autentica per tutto quello che concerne la pace, la fratellanza, l’amicizia tra i popoli, il diritto, il dialogo, l’eguaglianza, la libertà, la democrazia”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria svoltasi al Quirinale.
“Nei giorni scorsi – ha ricordato il Capo dello Stato – Edith Bruk ha detto che ‘sull’Europa intera sta tornando una nuvola nera’”. “Confido che non sia così”, ha auspicato di Mattarella, “anche per la fiducia nella grande, storica costruzione di pace rappresentata dall’Unione europea, nata dando centralità alla persona umana, sulla base dell’amicizia tra i popoli del Continente e mettendo in comune il loro futuro”. “Ma quell’appello, quell’avvertimento non va dimenticato”, ha ammonito il presidente: “Sta a noi impedire che quel che – di così turpe – è avvenuto si ripeta. Sta a noi vigilare e guidare gli avvenimenti e trasmettere alle future generazioni i valori della civiltà umana”.
Nel suo intervento Mattarella ha evidenziato che “i totalitarismi della prima metà del Novecento – e le ideologie che li hanno ispirati – hanno arrestato la ruota dello sviluppo della civiltà, precipitando larga parte del mondo nella notte della ragione, nel buio fitto della barbarie, in una dimensione di terrore e di sangue”. Per il Capo dello Stato, “faremmo un’offesa grave a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini mandati a morire nelle camere a gas, se considerassimo quella infausta stagione come un accidente della storia, da mettere tra parentesi. Se, insomma, rinchiudessimo soltanto nella memoria quei tragici accadimenti, chiudendo gli occhi sulle origini che hanno avuto e sulle loro dinamiche”. Perché “il fascismo, il nazismo, il razzismo non furono funghi velenosi nati per caso nel giardino ben curato della civiltà europea. Furono invece il prodotto di pulsioni, di correnti pseudo culturali, e persino di mode e atteggiamenti che affondavano le radici nei decenni e, persino, nei secoli precedenti”.

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