Paraguay: uccisione di una ragazza indigena. Appello dalla Chiesa, “promuovere diritti dell’infanzia e dei popoli nativi”

Il Coordinamento della pastorale indigena del Paraguay esprime una forte condanna per un fatto che ha sconvolto il Paese e in particolare la comunità indigena. Nei pressi del terminal dei trasporti della capitale Asuncion è stato infatti rinvenuto, dentro a uno zaino, il corpo senza vita di Francisca, una minore indigena dodicenne, legata mani e piedi. Una condanna che si allarga “alle altre uccisioni violente di nostri fratelli indigeni, condotte per motivi inspiegabili e finora mai chiarite”.
La nota ricorda che in Paraguay varie leggi garantiscono la protezione dei minori e dei popoli indigeni. E prosegue: “A partire dalla prospettiva di una cultura del rispetto e della differenza, essere indigeni non dev’essere motivo di discriminazione e violenza. Rivolgiamo un appello alla società tutta a dare il proprio contributo nella protezione dei diritti dell’infanzia e adolescenza, in base ai principi della non discriminazione e del diritto alla vita. Chiediamo alle autorità competenti di raddoppiare gli sforzi nella promozione di politiche pubbliche più ampie, di conoscenza e di rispetto per la diversità culturale e nel prestare attenzione alle necessità dei popoli indigeni”.

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