Patrimonio culturale: Timpano (Università Cattolica), “cruciale il coordinamento tra chi promuove marketing territoriale e chi gestisce i beni”

“I beni culturali di interesse religioso sono beni pubblici, meritori, su cui occorre monitorare adeguatamente il trade-off conservazione-fruizione e che producono esternalità positive, sulle quali è difficile definire un prezzo. Questo è il concetto di bene culturale per chi si occupa di politica economica”. Lo ha detto Francesco Timpano, professore ordinario di Politica economica dell’Università Cattolica di Piacenza, al convegno “Il patrimonio culturale di interesse religioso in Italia: religioni, diritto ed economia” organizzato dall’ateneo a Piacenza. Timpano ha poi specificato che dare il carattere di bene pubblico ai beni culturali di interesse religioso “non significa non considerare la necessità di finanziarne la conservazione anche facendo partecipare i fruitori alla spesa”, così come “la soluzione pubblica non implica che il bene sia gestito da un soggetto pubblico, implica però che la fruizione sia ampia, per tutti”. Inoltre il vero nodo per Timpano è “definire un meccanismo adeguato che permetta di decidere sul delicato equilibrio tra conservazione e fruizione” ricordando che “l’eccesso di consumo non caratterizza tutti i beni di interesse religioso in quanto ve ne sono diversi per i quali il poco consumo determina comunque l’antieconomicità della gestione”. Infine, l’elemento cruciale è “il coordinamento tra coloro che promuovono il marketing territoriale e coloro che gestiscono i beni culturali per l’efficacia dell’azione di policy e di management dei beni stessi”.

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