Papa Francesco: a Istituti missionari di fondazione italiana, “al missionario serve la gioia del Vangelo: senza questa non si fa missione”

“Il fatto di incontrarci alla vigilia del Mese missionario straordinario lo considero provvidenziale, perché ci permette di riflettere insieme sulla missione e, soprattutto, di invocare su di essa la grazia di Dio”. Esordisce così Papa Francesco, ricevendo questa mattina in udienza le delegazioni di Istituti missionari di fondazione italiana. Il missionario, spiega, “vive il coraggio del Vangelo senza troppi calcoli, a volte andando anche oltre il buon senso comune perché spinto dalla fiducia riposta esclusivamente in Gesù. C’è una mistica della missione, una sete di comunione con Cristo attraverso la testimonianza, che i vostri Fondatori e le vostre Fondatrici hanno vissuto, e che li ha spinti a donarsi totalmente. È necessario riscoprire questa mistica in tutta la sua affascinante bellezza, perché essa conserva per ogni tempo la sua forza straordinaria”. La missione, chiosa, non è “a senso unico” dall’Europa al resto del mondo. Di qui un ricordo personale: “Nella nostra 32.ma Congregazione generale – sto parlando del 1974 – ricordo che si parlava della Compagnia di Gesù in parecchi luoghi, e qualcuno diceva: ‘Forse avremo un superiore generale indiano, o africano…’. In quel tempo era strano. Tutti [i superiori] dovevano essere europei. E oggi quanti, quante Congregazioni religiose hanno superiori e superiore generali che vengono da quelle terre! Anche noi oggi abbiamo un latinoamericano, come superiore generale. Si è rovesciata la cosa: quello che nel ’74 era un’utopia, oggi è la realtà”. “Con la vostra partenza voi continuate a dire: con Cristo non esistono noia, stanchezza e tristezza, perché Lui è la novità continua del nostro vivere. Al missionario serve la gioia del Vangelo: senza questa non si fa missione, si annuncia un vangelo che non attrae”.

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