Dalla Chiesa: Mattarella, “suo sacrificio è stato il seme di una forte reazione civile”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“La sua determinazione, sorretta da un profondo senso etico e istituzionale, si è tradotta in metodi di lavoro e modelli organizzativi originali, che hanno orientato il lavoro di successive generazioni di servitori dello Stato. Il suo sacrificio è stato il seme di una forte reazione civile che – anche attraverso nuovi strumenti normativi – ha prodotto un significativo incremento nella capacità di risposta e di contrasto alla violenza mafiosa”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa in occasione del XXXVII anniversario dell’uccisione avvenuta a Palermo per mano mafiosa.
“Innovatore attento e lungimirante – sostiene il Capo dello Stato – il gen. Dalla Chiesa era mosso da una profonda fiducia nello Stato e nella sua capacità di sconfiggere le organizzazioni nemiche della sicurezza e della legalità repubblicana, anche quelle più subdole e pervasive; rifiutava il mito dell’invincibilità della mafia così come, nelle sue precedenti esperienze, non aveva mai accettato che si potesse cedere o indietreggiare davanti alla violenza terroristica”.
Nell’occasione, “con sentimenti di partecipe emozione, rivolgo un particolare ricordo ad Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo”, rispettivamente seconda moglie e agente di scorta di Dalla Chiesa che come lui morirono a seguito dell’agguato mafioso del 3 settembre 1982. “Il loro esempio di coraggio e generosa dedizione – rileva Mattarella – è comune a tanti uomini e donne che anche oggi, per motivi familiari o professionali, coscientemente condividono i rischi e le preoccupazioni di chi è esposto a tutela della libertà, della legalità e della giustizia”.

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