Suicidio assistito: card. Bassetti, “preoccupato dalle dichiarazioni della Consulta. La persona va accolta dalla nascita fino alla fine naturale”

Riguardo alle dichiarazioni della Corte Costituzionale in merito alla depenalizzazione del reato di aiuto al suicidio il presidente della Cei cardinal Gualtiero Bassetti, parlando con i giornalisti a margine della presentazione del  XXVIII Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, si è detto preoccupato “perché parto da un’altra visione della persona. La persona deve essere accolta dalla nascita fino alla fine naturale. La vita – ha continuato – è una scintilla che non hai acceso tu, è stata accesa, si deve spegnere come tu l’hai accolta. Oggi ci sono tanti mezzi per alleviare il dolore. Non è vero – come dice qualcuno – che noi con la nostra visione cristiana condanniamo alla tortura. Ci sono delle cure palliative, basta informarsi dai medici, che risolvono non dico tutti ma quasi questi problemi. Non vi dice niente che i medici – che non sono sicuramente tutti dell’associazione cattolica – abbiano levato la loro voce dicendo che questa non è la strada? Mi sembra che questo sia molto convalidante”. E se la scintilla della vita non si spegne perché la persona è attaccata alle macchine? “La persona ha la dignità anche se attaccata alle macchine – ha risposto Bassetti ai giornalisti –. Sono questioni delicate, parlando con i medici è emerso che nessuno è in grado di capire cosa passa nell’intimo della persona che noi definiamo in coma”. “Il Papa la scorsa settimana ha detto: ‘non si può usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone diretta la morte con la eutanasia’. Da queste stesse parole parto anch’io con il mio documento. L’eutanasia – ha concluso Bassetti – non può essere un discorso ideologico ma antropologico, bisogna vedere che concezione dell’uomo c’è dietro”.

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