Sentenza Consulta su suicidio assistito: mons. Moraglia (Venezia) al Fatebenefratelli, “aperta la strada alla morte a comando. Ma la persona è ancora al centro?”

Con la recentissima sentenza della Corte costituzionale che, in determinate condizioni, ha di fatto aperto la strada al suicidio assistito, “si è riconosciuta la possibilità di ricorrere a quella che, alla fine, è una morte a comando poiché di questo si tratta, al di là del fatto di rispettare un determinato protocollo. La nostra società ha ridotto l’etica a questo: rispettare determinate regole”. Non usa giri di parole il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia pronunciata questa mattina nella cappella dell’Ospedale Fatebenefratelli dove ha presieduto una concelebrazione eucaristica in occasione dell’imminente festa di San Raffaele Arcangelo cui è intitolata la struttura sanitaria gestita dall’Ordine religioso San Giovanni di Dio Fatebenefratelli della Provincia Lombardo-Veneta.
Moraglia ha tra l’altro richiamato il monito di Papa Francesco pochi giorni fa all’incontro con la Federazione nazionale medici e odontoiatri, “si deve respingere la tentazione – indotta anche da mutamenti legislativi – di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia”, ed ha spiegato: “La vita non è un fatto confessionale, non è un problema della Chiesa o dei vescovi; è un problema dell’uomo, della nostra società e civiltà”. Ma ora, “la persona è ancora al centro?” si è chiesto. Dopo la messa il patriarca ha salutato ospiti ed operatori presenti nell’ospedale e si è recato nel nuovo giardino sensoriale e terapeutico di recente allestito e che è stato ufficialmente inaugurato nel pomeriggio per essere messo a disposizione di quanti frequentano la struttura sanitaria.

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