Consiglio permanente: comunicato finale, “riconoscersi come Chiesa in stato di missione”

Contenuti, modalità, strumenti e indicazioni operative emerse dall’Assemblea generale dello scorso maggio – e finalizzati a disegnare una nuova presenza missionaria – sono stati ripresi e approfonditi dal Consiglio permanente, che ha evidenziato, ricorda il comunicato finale diffuso oggi, l’importanza che vengano valorizzati negli stessi Orientamenti pastorali.
In particolare, “sono state rappresentate alcune esigenze: riconoscersi come Chiesa in stato di missione, superando resistenze e tentazioni di conservazione; progettare l’intera pastorale in chiave missionaria; portare l’annuncio evangelico a tutti e caratterizzare con questa prospettiva ogni azione e gesto della Chiesa; vivere la connotazione comunitaria della missione, la quale scaturisce dalla comunità credente e, nel contempo, la costituisce”.
Tra i tratti qualificanti dell’impegno missionario, i vescovi hanno sottolineato “la centralità della Parola, il discernimento dei segni dei tempi, la fraternità, la scelta preferenziale dei poveri, la pratica del dialogo”. È avvertita “la necessità di tornare – di nuovo e in modo nuovo – a proporre il Vangelo, da cui nasce la promozione umana e sociale; la proposta intende raggiungere i battezzati che si sono allontani e quanti provengono da altre culture, anche attraverso i segni di una Chiesa che sfronda le sue strutture per essere più agile e disponibile”.
Nell’ottica della cooperazione tra le Chiese sono state, quindi, condivise diverse esperienze riuscite di gemellaggi, specialmente nel campo della formazione teologica e pastorale di seminaristi e sacerdoti provenienti da altre Chiese.
I vescovi hanno ribadito “l’importanza di favorire la cura delle comunità etniche come di preparare i propri sacerdoti con un respiro ampio – cattolico –, capace di aprirsi alle necessità della Chiesa tutta, sia che questo significhi disponibilità a prestare servizio in un’altra diocesi, come pure a partire fidei donum, anche nelle comunità di italiani all’estero. Di tale orizzonte culturale, aperto alla mondialità – si è detto – beneficerebbe l’intero Paese”.
A livello di proposte e indicazioni operative, i vescovi, oltre all’impegno a riconoscere in ogni Diocesi le specificità del servizio del Centro Missionario, rilanciano “il laicato missionario e il volontariato”. Vi rientrano le esperienze in missione rivolte ai giovani, anche nella forma del servizio internazionale. Nell’immediato, sono risorsa da valorizzare tanto le iniziative legate all’Ottobre missionario straordinario, quanto il Sinodo speciale per la regione panamazzonica.

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