Società: la fragilità tra relazioni, politica, cultura e vita ecclesiale negli approfondimenti di “Cristiani in ricerca”

“Viviamo in un’epoca che ha perso l’autorità genitoriale e perciò vive un’eterna adolescenza”. Lo afferma la psicoterapeuta Laura Cortimiglia, intervenuta sul rapporto tra fragilità e relazioni alla decima edizione di Cristiani in ricerca, che si è conclusa ieri al monastero di Camaldoli. Si parla di una “fragilità identitaria, che a livello sociale può condurre al rifiuto dello straniero. Bisogna allora tornare a ‘pensare’, nel senso di acquistare consapevolezza e capacità di elaborare le proprie emozioni”. La fragilità nel contesto politico è stata analizzata da Umberto Ronga, ricercatore in diritto costituzionale all’Università di Napoli, fra trasformazione del sistema partitico, nuovi populismi e problema della partecipazione: “Tra sistemi di lobby e dominio della rete, bisogna riflettere su quanto c’è di autenticamente democratico nei nuovi processi decisionali e lavorare per una reale democrazia partecipativa”. Fragilità e cultura è stata al centro del contributo di Andrea Dessardo, ricercatore in storia della pedagogia all’Università Europea di Roma. “La debolezza della cultura contemporanea si deve all’incapacità di leggere i fenomeni in prospettiva storica e alla iper-specializzazione del sapere – ha sottolineato Dessardo –. L’esperienza personale della cultura è possibile sono in una comunità”. “In un contesto in cui manca la speranza, la Chiesa deve continuare ad essere luogo di fiducia in Dio, nella società e negli uomini”, ha sostenuto infine Giacomo Ghedini, dottorando in Storia all’Università di Bologna, rispetto alla fragilità nella vita ecclesiale.

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