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“Non smetteremo di fornire assistenza, condividendo la nostra visione di un mondo di solidarietà e dando potere a tutti i sopravvissuti perché diventino agenti di cambiamento, da vittima a leader nella società”. Lo scrive in una lunga lettera il dottor Denis Mukwege, premio Nobel per la pace e responsabile dell’ospedale Panzi (Congo), dove dal 1999 cura donne vittime di violenza sessuale. Sono “oltre 55mila” le donne curate in questi vent’anni e “ogni giorno tra le 5 e le 7 donne vengono ricoverate in ospedale in seguito a violenza sessuale”. L’ospedale è diventato “come un rifugio per queste donne”, spiega il dottore nella lettera pubblicata sul sito dell’ospedale. Accanto alle cure mediche, sono nati “servizi supplementari” per ricostruire queste donne: il “sostegno psicosociale, servizi di re-integrazione socio-economica e un accesso alla giustizia”. “Questi pilastri” spiega il medico, “hanno salvato vite e riparato anime, consentendo alle sopravvissute di raggiungere l’indipendenza e chiedere giustizia”. Tra i progetti futuri, è quello di esportare in Repubblica centrafricana, Burundi e Iraq questo modello “olistico” di guarigione, perché “la violenza sessuale nei conflitti non è solo un problema” del Congo. E poi c’è la lotta per “chiedere giustizia in tutto il mondo per le vittime”, contrastando l’impunità”. Il 31 ottobre 2019, annuncia inoltre Mukwege, sarà lanciato il Global Repair Fund.