Padre Pier Luigi Maccalli: padre Girotto (Sma), “attraverso il cellulare ho vissuto quasi in diretta il rapimento”

“Attraverso il cellulare del mio confratello indiano Dass, che alloggiava nella casetta accanto a quella di padre Maccalli, ho vissuto quasi in diretta il rapimento di padre Pier Luigi. I rapitori hanno preso solo lui e i soldi che hanno trovato nella casetta, ma non il cellulare, il computer. Durante il raid nessuno si è avvicinato alla missione perché i rapitori sparavano in aria per intimidire la gente del villaggio di Bomoanga. Dopo hanno costretto p. Pier Luigi a salire su una grossa moto, seduto in mezzo tra il conducente e il secondo rapitore che lo sorvegliava”. Così padre Vito Girotto (Società delle Missioni Africane), parroco della missione di Makalondi in Niger, al momento del rapimento del missionario padre Pier Luigi Maccalli da Bomoanga, racconta al Sir i drammatici momenti della notte del 17 settembre 2018. Makalondi è la missione più vicina a quella di Bomoanga, trovandosi a 25 chilometri di distanza.
Padre Girotto formula un’ipotesi: “Credo che a rapirlo siano stati dei giovani drogati che hanno avuto un compenso per questa azione. Certamente, qualcuno ha avvisato che era appena rientrato, da una settimana, il ‘padre bianco’ e che probabilmente aveva portato soldi con sé dall’Italia”. Quella stessa notte “un altro gruppo di banditi è andato alla missione delle Suore Missionarie Francescane di Maria, a 300 metri da quella di padre Maccalli: una delle due è riuscita a fuggire, l’altra si è nascosta sotto il letto. In questo caso hanno rubato i pochi soldi delle suore e rotto cellulari e computer”. Secondo padre Vito, “l’obiettivo era di rapire una persona, che avesse dei soldi, ma che fosse anche un leader religioso. Colpendo lui hanno voluto far paura alla gente. Padre Pier Luigi si occupava anche di una scuola cattolica, a Ngula, un villaggio a 30 chilometri di Bomoanga. Dopo il suo rapimento e quello del capovillaggio di Ngula, la scuola è stata chiusa per i timori dei genitori e dei maestri”.

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